Quando nel 2012 tutti avevano paura dei Maya e delle loro (false e nemmeno Maya) profezie, mentre intere comunità di gestori di locali, sedicenti maghi e santoni e aproffittatori facevano affari d’oro con la creduloneria popolare, noi abitanti della provincia di Pisa ce la ridevamo alla grande, perchè s’era già nel 2013 … Ora detta così sembra priva di senso la cosa, ma andiamo per ordine.
La storia del “calendario pisano” incomincia intorno al X° Secolo D.C, ma in realtà ha le sue origini ancor prima: prima dell’avvento di Giulio Cesare al potere e della creazione del cosidetto Calendario Giuliano (che fissava l’inizio dell’anno al 1° Gennaio), era consuetudine far iniziare il nuovo anno alle Calende di Marzo, verso il 25 del mese appunto.
Con la caduta dell’impero romano nel 476 D.C e la successiva nascita nei secoli successivi dei Liberi Comuni e delle Repubbliche Marinare, le varie realtà iniziare a creare proprie unità di misura e anche propri calendari fatti coincidere più o meno con festività religiose o locali.
A partire dal X° Secolo quindi Pisa reintroduce il vecchio calendario rifacendo partire appunto l’anno dal 25 di Marzo, che nel calendario liturgico coincide con la festa dell’Annunciazione della Vergine Maria, ma a differenza di altre città che lo adottano come le toscane Firenze o Siena, il calendario pisano è avanti di un anno rispetto al calendario “normale”.
Il rituale solenne che celebra il Capodanno pisano si svolge in Duomo: qui a Mezzogiorno, un raggio di sole colpisce una mensola sorretta da un uovo di marmo posto sulla navata laterale sinistra del Duomo, sancendo appunto la nascita del nuovo anno … Il calendario pisano non è stato solo usato dai cittadini della Repubblica Marinara, ma ha avuto ampia diffusione: alcune fra le città che l’hanno utilizzato sono state: la costa fra Portovenere e Civitavecchia, Gorgona, Capraia, Elba, Pianosa, Corsica, Sardegna, Baleari, Gaeta, Reggio Calabria, Tropea, Lipari, Trapani, Mazara, Tunisia, Algeria, Egitto, Palestina, Siria, la città di Azov (nel Mare omonimo, sulla foce del fiume Don) e infine Costantinopoli, dove i Pisani e i Veneziani furono gli unici occidentali a potersi stabilire.
Il Calendario, nonostante la caduta e la conquista di Pisa da parte dei fiorentini, rimane in vigore ancora per molti secoli, fino a che il Graduca di Toscana Francesco I di Lorena ordina il 20 Novembre del 1749 che tutte le città e i possidementi toscani si adeguino al calendario giuliano a partire dal 1° Gennaio dell’anno successivo.
Il rituale nei secoli si era perso, ma verso la meta degli anni 80 del secolo scorso, grazie a un gruppo di appassionati che iniziano a recuperare le tradizioni storiche pisane (dal Gioco del Ponte al Giugno Pisano), si reintroduce questo antico rito pisano, fino al tornare alla grande valorizzazione degli ultimi anni, dove è diventata una festa cittadina ma anche un evento che attrae migliaia di turisti da tutta Italia e non solo.
Quest’anno volevo assistere alla cerimonia, ma ero un pò malaticcio e ho dovuto abdicare,ma spero di poterla vedere e fotografare il prossimo anno; appuntamento al prossimo capodanno dunque.
LUNGA VITA ALLA REPUBBLICA MARINARA DI PISA !!!
Si ringrazia per le informazioni: Wikipedia, StilePisano.it & la mia Vita a Pisa Town