Riecco anche la recensione cinematografica, anche questa causa tempo è un pò datata, ma merita parlare di un film che mi ha colpito e interessato parecchio, specie perchè me lo sono visto in lingua originale ed ho apprezzato meglio l’interpretazione, anche se ho dovuto seguire attentamente il sottotitolaggio: stasera vi parlo di A Royal Weekend.
La Trama – Il film racconta, attraverso il racconto della lontana cugina Margaret Suckley (Laura Linney – Congo, Truman Show e Mystic River , solo per citare alcuni dei film interpretati) il periodo a ridosso del famoso Weekend del 1939 che vide il Presidente USA Franklin Delano Roosevelt (Bill Murray – Ghostbusters I e II, I Tenebaum & Lost In Translation) accogliere il Giovane Re d’Inghilterra Giorgio VI (Samuel West – Casa Howard, Jane Eyre) e sua moglie, la Regina Elisabetta, madre della futura Regina Elisabetta II (interpretata da Olivia Colman), un weekend che fu fondamentale per i rapporti fra le due nazioni alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale, ma che fu importante anche per Margaret, che in quell’estate scoprì il profondo legame con il cugino e le difficoltà del suo ruolo istituzionale….
Il Cast – Decisamente un bel cast, che ha affiancato attori navigati del cinema a attori meno noti ma con una discreta carriera alle spalle; Murray mi è piaciuto molto nel ruolo del Presidente Roosevelt, portando sullo schermo un personaggio non certo facile, quello di un uomo costretto a smorzare la sua vitalità da un corpo malato e con grossi limiti (Roosevelt era paralizzato agli arti inferiori) ma che deve mostrarsi forte e in grado di tenere le redini di un paese che sta faticosamente uscendo da una grave crisi economica e che ancora non sa che sta per imbarcarsi nello spaventoso conflitto mondiale del 1939; Murray è bravo anche a mostrare le debolezze e il lato sentimentale del presidente, che viviamo e scopriamo attraverso il rapporto con l’amata cugina Margaret (che chiama affettuosamente Daisy) e il rapporto con la moglie Eleanor (Olivia Williams – Il Sesto Senso, Peter Pan, Ghost Writer).
Belle anche le interpretazioni di West e della Colman nei panni dei giovani reali alla loro prima visita negli USA (che fu anche la prima visita in assoluto di reali britannici nella nazione dalla sua nascita), che vivono con timore l’esperienza e che temono non porti a nulla questa visita, con West che ben rende l’oppressione psicologica del sentirsi inadatto come Re (vuoi per la balbuzie di cui soffriva, vuoi per l’imbarazzante situazione del Fratello Edoardo a cui era succeduto dopo lo scandalo Wallis Simpson che lo aveva fatto abdicare a favore appunto di lui).
Menzione speciale a Elisabeth Wilson nei panni della Madre di Roosevelt e ad Elisabeth Marvel in quello di Missy, Segretaria fidata del Presidente e, come scopriremo più avanti, molto di più anche …
Il Messaggio – Essendo un film storico non vi è un messaggio particolare che il regista Roger Michell (Notting Hill, Ipotesi di reato) vuole trasmetterci, se non farci vivere attraverso il racconto di Daisy il suo rapporto affettivo con il presidente e grazie a lei scopriamo il suo lato umano nascosto, oltre a capire e vedere come le persone intorno a lui, il suo staff e i suoi familiari vedessero Roosevelt in quel “Mondo a Parte” che era la casa della madre a Warm Springs, dove il Presidente passerà buona parte della sua vita e del suo mandato.
Umanizzare una figura storica anche magari mostrando anche le sue debolezze più intime è una cosa sbagliata? come direbbe una persona di mia conoscenza, Ni.
Noi conosciamo il Roosevelt uomo attraverso gli occhi e i racconti della cugina Margaret (che sono venuti pubblici solo dopo la sua morte nel 1991), che ci fanno intravedere quello che ovviamente il presidente non poteva mostrare agli occhi del mondo; Qualcuno potrebbe parlare anche di “questione morale” e fare paragoni con situazione della politica recente americana e italiana (il sex gate di Clinton o le “cene eleganti” di una certa persona…) ma credo che le due situazioni siano lontane anni luce rispetto a quanto raccontato nel film. e in fondo il principio di mostrare le debolezze fisiche o mentali dietro un grande uomo di stato in un momento cruciale per il suo paese è un mezzo che abbiamo già visto in film come “Il Discorso del Re” (che qualche critico ha usato per definire questo film il suo seguito sulla sponda USA) o anche “Lincoln”
In conclusione è stato un film davvero interessante e se ne avete occasione, guardatevelo in qualche rassegna estiva all’aperto o recuperatelo in DVD, BUONA VISIONE !!!