Ritorna dopo una lunga assenza una rubrica piaciuta molto, ma che ho lasciato un pò stare per questioni di altri progetti in contemporanea e tempo.
Oggi ricorre l’anniversario della conclusione cruenta e mostruosa di quella che fu definita all’epoca la “primavera cinese”, la rivolta che una folta moltitudine di giovani studenti, intellettuali e operai cinesi che con la loro rivolta dettero il via come una miccia a quella detonazione di rivolte e proteste che portarono nel 1989 alla caduta di numerosi regimi comunisti dell’Est Europa (evento che fu conosciuto anche come “Autunno delle Nazioni”) e che portarono nel 1991 alla fine della Guerra Fredda.
Centro delle proteste e vetrina sul Mondo fu Piazza Tienanmen (letteralmente “Porta della Porta Celeste”), l’immensa piazza davanti alla Città Proibita: dal 15 Aprile un presidio permanente di proteste si tenne per settimane sulla piazza, dove i protestanti chiedevano democrazia e una maggiore apertura del governo cinese al pluralismo politico; alcuni membri del Partito Comunista Cinese sembravano essere propensi a un dialogo con queste proteste, ma alla fine le pressioni di Li Peng, Primo Ministro del Governo e di Deng Xiaoping al partito fecero virare per una repressione brutale delle proteste, che inizio con l’intervento massiccio dell’Esercito a Pechino nella notte fra il 3 e 4 Giugno del 1989, che si risolse in un autentico massacro di civili (ad oggi si stimano cifre fra i 1000 e più di 2000 morti fra i soli civili, cifre approssimative sulle possibili vittime militari).
L’immagine che ha fatto il giro del mondo è questa, nota come “Il rivoltoso sconosciuto”, scattata dal fotografo dell’Associated Press Jeff Widener.
Widener era dal 1987 corrispondente per il Sud Est asiatico di AP, ma aveva già ampia esperienza di proteste di piazza, avendo seguito quelle polacche di Solidarnosc; fin da subito il suo arrivo a Pechino, rischiò di essere ferito gravemente da un sasso durante gli scontri in piazza fra esercito e manifestanti alla testa, ma la Nikon che usava gli fece da scudo e la ferità fu meno grave del previsto. Nonostante la situazione e il rischio di essere fermato ed espulso, Widener riesce a seguire gli scontri e immortala lo scatto che blocca un momento di storia moderna della Cina e del Mondo:
Lo scatto è potente, sembriamo essere lì nonostante sia stato scattato dal 6° Piano dell’Hotel dove Widener soggiornava e a 1 Km di distanza dal fatto; l’Uomo, di cui non si è mai scoperto identità, è l’immagine perfetta della persona comune, come lo erano le decine di migliaia che erano nella piazza a protestare.
ha nella mano sinistra una giacca e una busta di plastica, sembra un normale impiegato uscito a pranzare nella pausa lavorativa; di fronte a se una squadra di carri armati, lì giunti per reprimere la rivolta e riportare “l’ordine costituito”.
Due Mondi che si scontrano, il Vecchio e il Nuovo che vuole nascere, ma che non deflagrano: troppo sarebbe facile per il carrista accelerare o sparare da dentro il carro e risolvere il problema drasticamente, invece la colonna non riesce a passare, l’inerme e disarmato cittadino cinese li blocca semplicemente mostrando la sua Presenza, dicendo a loro con il suo corpo “Io ci sono, esisto, non sono un Problema, non sono il Nemico, sono uno di Voi”.
E’ il momento in cui si capisce che, nonostante la protesta sia poi stata repressa nel sangue, che la forza del Genere Umano di cercare un Mondo Migliore è ancora forte, attiva e genera emulazioni: Tienanmen è stato lo sprone della fine dei regimi comunisti est europei, della fine dell’URSS , quasi sempre finiti dopo le proteste pacifiche delle popolazioni (e in pochi casi in modo cruento come in Romania, ad esempio); è stata il motore ispiratore anche per le (poco fortunate a dire il vero) primavere arabe.
E’ un motivo per ricordare questo giorno, è un motivo per ricordare questa foto.