Dopo 70 anni, sarebbe l’ora…

70 ANNI RESISTENZA

Siamo liberi da 70 anni.

Siamo liberi di esprimere la nostra opinione, liberi di votare per chi riteniamo più degno, liberi di scegliere da chi farci comandare senza per questo imbracciare fucili, spargere sangue, finire in galera o peggio.

Lo siamo da quel 25 Aprile 1945, quando con un comunicato fu proclamato lo Sciopero Generale, segnale che dette il via alle operazioni finali del CLN per attaccare i presidi nazifascisti anticipando la Liberazione delle città mentre gli Alleati davano gli ultimi colpi alle fragili difese dell’Asse.

(Partigiani sfilano a Venezia - Wikipedia)

(Partigiani sfilano a Venezia – Wikipedia)

Ancora oggi è possibile sentire dalla viva voce alla radio di Pertini le parole che dettero il via alla Liberazione: 

 

Cittadini, lavoratori!

Sciopero generale contro l’occupazione tedesca, contro la guerra fascista, per la salvezza delle nostre terre, delle nostre case, delle nostre officine.

Come a Genova e a Torino, ponete i tedeschi di fronte al dilemma: arrendersi o perire.

 

Era la fine di un lungo processo iniziato subito dopo i drammatici fatti dell’8 Settembre 43 , quando Badoglio firmo l’armistizio con gli alleati, dando inizio all’occupazione della Penisola dai tedeschi accorsi in aiuto a Mussolini e divise l’Italia in 2: Nord e Centro sotto controllo nazifascista, il Sud liberato dagli Alleati e sotto il governo Badoglio e in quelle ore e giorni di concitata confusione diversi furono i militari che rifiutarono di farsi catturare dai tedeschi e consegnare le armi e combatterono contro di essi sia come militari (come a Cefalonia o a Coo ) sia dandosi alla macchia e costituendo, assieme agli antifascisti rientrati in Italia e ai costituiti Comitati di Liberazione le prime formazioni partigiane come le Brigate Autonome oppure si unirono poi all’Esercito Cobelligerante Italiano a fianco degli alleati.

(il Comandante Mauri, Ex Alpino dell'Esercito al comando delle Brigate Autonome Langhe- Wikipedia)

(il Comandante Mauri, Ex Alpino dell’Esercito al comando delle Brigate Autonome Langhe- Wikipedia)

 

Fu l’inizio di una dura e terribile Guerra di Liberazione, che per quasi due anni fece ingenti vittime sia fra i soldati che fra la popolazione, che pagò più di tutte prezzi altissimi: uccisi dai bombardamenti alleati e nazifascisti, costretti a lunghi esodi per fuggire dai teatri di guerra, vittime delle rappresaglie nazifasciste più spietate e immotivate,  fra cui spiccano su tutte luoghi ormai tristemente noti come Sant’Anna di Stazzema (LU) , il Padule di Fucecchio (FI) o Marzabotto (BO).

(Il monumento-Ossario di Stazzema)

(Il monumento-Ossario di Stazzema)

 

Con il 25 Aprile si festeggia la fine di quel lungo conflitto per l’Italia (anche se la fine reale arriverà solo il 3 Maggio, dopo la firma della resa a Caserta il 29 Aprile 1945 , giorno in cui viene anche esposto al pubblico ludibrio i corpi di Benito Mussolini e altri gerarchi fascisti – oltre all’amante Claretta Petacci – in Piazzale Loreto, ucciso il giorno prima), e l’inizio del percorso che portò nel 1946 alla proclamazione della Repubblica e a un nuovo inizio per la penisola, fatto di reale democrazia e libertà di decidere per i suoi abitanti.

Dopo 7o anni che cosa ci è rimasto di quei valori per cui hanno combattuto i nostri nonni o parenti?

E’ ancora diffuso quello Spirito di libertà e voglia di uguaglianza? In parte lo è ancora: negli anni si è cercato di tenere viva e vitale la Memoria, grazie ad associazioni come l’ANPI o L’ANED , alla nascita di posti come gli Archivi della Resistenza, il Museo Cervi, L’Istituto Storico della Resistenza o alte nobili istituzioni, ma ancora ci sono ferite e divisioni che impediscono ancora la condivisione totale di questo storico giorno.

La Liberazione non è una festa DI PARTE, dovrebbe essere la festa di TUTTI GLI ITALIANI, tutti dovremmo sentirci ORGOGLIOSI di festeggiare la nostra Libertà, ma CONDIVISIONE non vuol dire, per comodità, mettere sullo stesso piano chi ha lottato nella Resistenza e chi invece lottò dalla parte avversa (come gli italiani che aderirono alla RSI ), che sarebbe un CONTROSENSO (anche se negli anni a destra in molti politici ci hanno provato, senza successo), ma forse un modella di pacificazione e riconciliazione sul modello che promosse Mandela dopo la sua elezione a presidente sarebbe stato una buona cosa, visto che gli strascichi di quella divisione le sue conseguenze le ha avute, come in tutti i paesi che hanno subito le ideologie del secondo conflitto mondiale.

 

 

Sarebbe falso non ammettere che crimini e rappresaglie furono fatte da entrambe le parti, che mentre quelle nazifasciste sono arcinote, solo negli ultimi decenni si è aperto un velo sulle rappresaglie della Resistenza, che coinvolsero esecuzioni sommarie dei soldati della RSI (come allo Psichiatrico di Vercelli o a Mignagola) o addirittura a regolamenti di conti fra stessi partigiani (Porzus) o a questioni come la vicenda delle Foibe ; O nel dopoguerra, le varie vendette personali consumate fra reduci, partigiani ed ex-repubblichini che alimentarono i primi anni del dopoguerra, che solo l’amnistia del 1946 di Togliatti, non senza polemiche, chiuse.

Perchè quest’odio ha covato negli estremismi a destra e sinistra, ha alimentato le polveri nate nel 68, gli Anni di Piombo, ha alimentato un rinascente sentimento di razzismo e populismo a destra rinato negli anni 90 sull’onda della rinascita delle destre estreme europee, ma anche alimentati un radicalismo estremo a sinistra figlio dei centri sociali e dei movimenti radicali che hanno preso la Storia della Resistenza cucendola addosso alla loro per cose che non c’entravano niente, come la lotta alla Globalizzazione o alle Grandi Opere, cose per il quale onestamente ho sempre trovato difficile trovare un nesso.

(Lo stemma della Brigata Ebraica)

(Lo stemma della Brigata Ebraica)

La Resistenza invece seppe mettere uno a fianco agli altri tanti e tante storie diverse: Le Brigate Garibaldi, Quelle di Giustizia & Libertà, L’Esercito Cobelligerante, gli Alleati, La Brigata Ebraica (che è stata vittima quest’anno e in anni passati di ASSURDI ATTACCHI per la loro presenza nei cortei del 25 Aprile da gruppi vicino alla attuale causa della Palestina), semplici persone di ogni ceto sociale e politico, parroci, preti e religiosi che pagarono anche con la vita il loro aiutare la Resistenza o la popolazione civile (come Don Pappagallo o Don Morosini o i religiosi certosini di Farneta ) … si dovrebbe difendere e portare sempre in giro, nelle scuole, nelle istituzioni, ovunque, quello spirito unitario.

Invece si soffia su polemiche, si cerca sempre di riscrivere storie a favore di questa o quella parte: nella mia zona è emblematica la vicenda della Strage di San Miniato (PI): per decenni si è sostenuto che i tedeschi rinchiusero i civili nella Cattedrale e fecero saltare una bomba per rappresaglia alle azioni partigiane, con complicità dell’allora vescovo Giubbi; questa tesi fu sostenuta con forza per decenni dal locale PCI e fu messa scritta anche sulla Lapide che commemorava la strage posta davanti al comune; sulla fine degli anni 90 però, complice diverse ricerche, l’apertura e scoperta del famoso “Armadio della Vergogna” viene accertata la verità: l’esplosione e la strage nella Cattedrale sono da attribuirsi a “fuoco amico” degli Alleati che stavano bombardando quel giorno del 44 la zona …. nacque un accesa disputa a sinistra che portò a una seconda lapide “riparatoria” (ma molto blanda nei toni) nel 2008, collocata a fianco alla prima, che rimaneva al suo posto, viste le polemiche suscitate all’ipotesi di toglierla.

(La facciata del Comune di San Miniato con le due lapidi - Wikipedia)

(La facciata del Comune di San Miniato con le due lapidi – Wikipedia)

Quest’anno l’attuale sindaco ha deciso di toglierle (gesto sbagliato? frettoloso? forse) per collocarle nel futuro Museo della Memoria ch dovrebbe sorgere nella cittadina e di lasciare nella Cattedrale la lapide coi nomi delle vittime a ricordo della strage, decisione presa per chiudere una diatriba diventata anacronistica … la sinistra radicale non l’ha presa bene, si passa dalla causa legale intentata da SEL contro il sindaco per la rimozione, Ulivieri (ex allenatore e attuale politico di SEL in toscana), che manda “a quel Paese” il sindaco a un delirante comunicato di Rifondazione che torna ad accusare Giubbi e la curia di essere in conbutta con i tedeschi.

Di fronte ad esempio una vicenda simile, cosa penserebbero i nostri partigiani? lotterebbero ancora per vederci polemizzare su vicende che dovrebbero invece UNIRE per ricordare e apprezzare la LIBERTA’ che abbiamo, mentre invece ci perdiamo dietro ad assurde questioni demagogiche locali o soffiamo sul Fuoco del populismo come fanno Salvini o Fratelli d’Italia ?

Dopo 70 anni, sarebbe semplicemente ora di festeggiare E BASTA la Liberazione…. Buon 25 Aprile a tutti.

 

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