Sono passati 20 anni da uno degli ultimi grandi massacri mai fatti nel continente europeo, ma sembra fregare poco o niente.
20 Anni fa l’11 Luglio del 1995, avveniva uno degli ultimi colpi di coda dell’esercito serbo-bosniaco e dell’esercito serbo nella Bosnia-Erzegovina, prima del decisivo intervento della NATO che pose fine al conflitto dei Balcani: il Massacro di Srebrenica.
Quel massacro mosse i suoi passi da manovre iniziate il 6 Luglio, quando le truppe della repubblica serbo-bosniaca (l’entità creata dai serbi in Bosnia) del generale Ratko Mladić e le truppe paramilitari di Željko Ražnatović (noto ai più come Arkan, a capo delle temibili Tigri, che si macchieranno di crimini di guerra anni dopo nel Kosovo) portano l’attacco all’enclave musulmana-bosniaca di Srebrenica, che, stando agli accordi che si stanno stringendo a Dayton, dovrebbe passare nelle loro mani; ma Mladić e il suo presidente Radovan Karadžić decidono per l’occupazione militare e la soluzione etnica della questione, temendo che le trattative e la presenza di una enclave musulmana cambi le carte in tavola alle trattative.
Si arriva così agli scontri che portano ai terribili fatti dell’11 Luglio: con tutta la popolazione di Srebrenica, che nel frattempo si era rifugiata chiedendo aiuto nella Base ONU dei Caschi Blu a Potocari (località vicino a Srebrenica), ma il non intervento dei soldati olandesi (era l’Olanda con i suoi soldati a rappresentare l’ONU in quel settore) e anzi la loro collaborazione, nella convinzione di fare la cosa giusta per evitare un massacro di civili e soldati, di dividere gli sfollati in uomini e donne per favorirne lo sfollamento, come richiesto dai serbi, che invece permetterà il massacro di oltre 8000 fra uomini e ragazzi (erano stati prelevati dai serbi tutti i maschi dai 12 ai 77 anni) in quello che la Corte Penale Internazionale dell’ Aia (che ha sede in Olanda, pensate il paradosso storico….) riconoscerà essere stato un genocidio atto a favorire l’acquisizione di quei territori dai Serbo-Bosniaci, per la quale sono stati condannati sia Mladić che Radovan Karadžić (che è tuttora sotto processo), oltre che altri soldati ed è stata riconosciuta (in parte) anche come causa del massacro l’operato delle truppe olandesi sotto bandiera ONU, come è emerso in un’inchiesta fatta dalla stessa Olanda (che portò anche a dimissioni di alte cariche militari e politiche).
Srebrenica fu forse il più basso punto dell’indifferenza mondiale a una tragedia che accadeva in un continente che aveva appena 40 anni prima detto “mai più” a genocidi e guerre sul suo suolo dopo la seconda guerra mondiale e gli orrori della Shoah e del nazismo, oltre che la massima punta dell’impotenza dei Caschi Blu nelle missioni di Pace (Molte delle regole di ingaggio dei soldati nelle missioni di guerra fu cambiato proprio dopo le vicende dell’Ex Jugoslavia)…..
Dopo 20 anni è bene ricordare tragedie come queste, nate da nazionalismi esasperati e dall’odio etnico-religioso (che furono usati dai serbi come arma di massima propaganda per convincere a sostenere la loro guerra per la “Grande Serbia”, quel sogno ancora infranto dei nazionalisti serbi dalla prima guerra mondiale, tradito dalla nascita della Jugoslavia e sopito da Tito nella seconda guerra mondiale dopo la liberazione dal nazismo), sentimenti di divisione che stanno riafforando, specie nei movimenti populisti e anti-europa di destra, che soffiano sul vento del razzismo contro l’emergenza umanitaria del Mediterraneo con i profughi.
L’Unione Europea ha difetti, sarebbe falso e irreale non ammetterlo, ma è un organo che ci ha permesso di fare grandi passi sul concetto di orizzonti comuni e ideali: la libera circolazione al suo interno, i diritti umani, la ricerca scientifica condivisa (come al CERN, tornato al centro dell’attenzione per stupide prese in giro di nostri politici, guarda caso vicini a posizioni populiste ed antieuropee), cercare linee comuni per risolvere problemi di natura ambientale e nutrizionale ….. ricordare oggi Srebrenica è ricordare oggi che se faremo prevalere le divisioni ideologiche, fallirà quel sogno di ideali comuni che nacque su un’isoletta del mar Tirreno 71 anni fa, noto come “Manifesto di Ventotene” .
Ottimo articolo!
grazie