Sembra un tempo lontano.
Sembra essere stato solo un grande brutto Incubo.
C’è ancora qualcuno che sostiene, come l’Olocausto o altre grandi tragedie, che in realtà non sia davvero avvenuto.
Invece , quel 6 Agosto del 1945, alle 8.15, l’impensabile avvenne in tutto il suo orrore.
Gli USA, provati da quasi 5 anni di lungo e durissimo conflitto mondiale, decisero, per evitare un prolungamento di una guerra palmo a palmo contro il Giappone sul suolo nipponico, che si dichiarava pronto alla resistenza più estrema e dura, come già gli americano avevano sperimentato a Iwo Jima e Okinawa, di collaudare e sperimentare il risultato finale di un progetto scientifico super segreto su cui da anni lavoravano diversi scienzati americani e stranieri (come il nostro connazionale Enrico Fermi) conosciuto come “Manhattan Project” , che stava per rivelare al mondo una nuova forma di energia: quella atomica.
Non c’era solo la necessità di risolvere prima un conflitto che era costato altissime perdite civili e militari nell’Asia a entrambe le parti (Alleati e Giappone), ma anche, probabilmente, lanciare un chiaro segnale del terribile potenziale bellico che gli USA avevano alla crescente potenza militare sovietica, che si sapeva aveva avviato anche lei un proprio programma di ricerca nucleare, grazie anche all’aiuto di ingegneri e scienziati tedeschi fuggiti dalla Germania nazista o passati agli Alleati o ai Sovietici per evitare i nascenti processi per crimini di guerra (tra l’altro, il Progetto Manhattan era nato proprio per rispondere al progetto tedesco atomico, che puntava alla creazione di un’arma segreta per Hitler) ed evitarne future mire espansionistiche nell’area asiatica (avvenute poi lo stesso grazie all’alleanza con la Cina di Mao Tse Tung) in termini politici e militari.
Il 6 Agosto quindi fu deciso l’attacco a Hiroshima, città risparmiata sinora dai grandi bombardamenti alleati, con la nuova arma, la Bomba Atomica, issata sul bombardiere B-29 Enola Gay, guidato dal Colonello Paul Tibbets (che aveva chiamato l’aereo come sua madre), insieme ad altri due B-29 di supporto partì da Tinian, un isola delle Marianne Settentrionali, diretto sulla città.
Il seguito è diventato tragicamente un punto fermo nei libri di storia: l’esplosione della bomba, ribattezzata “scherzosamente” Little Boy, avvenne a 600 metri dal suolo sopra il Palazzo della Prefettura Industriale (oggi memoriale della Pace e Patrimonio Unesco), detonando una potenza di 13 Chilotoni, che provocò la morte immediata di quasi 80000 persone e la cancellazione di quasi ogni edificio esistente in Hiroshima, oltre una altissima e gigantesca colonna di fumo che verrà poi tristemente rinominata Fungo Atomico, per via della sua forma, diventando l’emblema della distruzione nucleare.
Questa spaventosa prova di forza non sembrò intimorire per niente i vertici militari giapponesi, che ritenevano possibile ancora “vincere la guerra” o quantomeno “resistere fino all’ultimo uomo”, nonostante la contemporanea scesa sul campo di battaglia dei sovietici, che avevano lanciato una solida campagna militare attaccando la Manciuria e la Cina; questo portò alla terribile decisione di replicare con un altro attacco, vittima stavolta la città di Nagasaki, dove fu sganciata il 9 agosto alle 11.02 fu sganciata Fat Man, il terzo ordigno della storia nucleare ad essere esploso (infatti il primo ordigno era stato sganciato nel New Mexico il 16 Luglio dello stesso anno), con una potenza di 25 Chilotoni che esplose a quasi 500 metri d’altezza, provocando all’istante la morte di quasi 50000 persone …. il Giappone, shockato per queste due terribili tragedie, si convinse che la guerra era persa e il 15 Agosto firmò la Resa; ma per i sopravvissuti alle due terribile catastrofi il peggio doveva ancora arrivare, purtroppo.
Si calcola che nei mesi successivi, i superstiti, vuoi per le terribili ferite (ustioni sopratutto) riportate, che per il diretto contatto con le radiazioni e detriti radioattivi come il temibile pulviscolo nero che ricadde sulle zone per giorni (qualcuno lo soprannominò “L’Inverno atomico” per via della forma del pulviscolo, simile a neve nera) morirono a decine di migliaia, fra atroci sofferenze; tanti abitanti o parenti delle vittime nei decenni successivi, si ammaleranno e moriranno per tumori e altre malattie dovute alle radiazioni; tanti furono i casi di nascituri con malformazioni estetiche o agli organi interni …. sono quasi mezzo milione le persone morte direttamente o indirettamente per le esplosioni atomiche, emblema della follia umana e del terribile potere distruttivo di una scienza (quella nucleare) che era nata per ben più nobili e civili scopi (molti scienziati che collaborarono al progetto rinnegarono l’uso delle loro ricerche per scopi bellici, come Einstein).
Il Giappone fu molto influenzato da questi eventi, ci mise anni per rialzarsi ma da quell’esempio partirono anche forti campagne contro l’armamento nucleare (fra i leader più attivi vale la pena citare uno dei pochi sopravvissuti a ENTRAMBE le esplosioni, Tsutomu Yamaguchi) e la sua pericolosità, ma anche contro la guerra, ancora oggi Hiroshima e Nagasaki, nella sua terribile prova vivente della follia umana, è anche un simbolo vivo e forte della voglia di Pace e convivenza fra popoli; l’atomica ha segnato e dato forti richiami alle sue folli e devastanti conseguenze sia nella letteratura (come con il libro Il Grande Sole di Hiroshima di Karl Bruckner, dedicato alla storia vera di Sadako Kasaki) che nel cinema (pensiamo a tutto il filone atomico del cinema usa degli anni 50-60, in piena guerra fredda), attraverso anche la cultura Anime e Manga che hanno saputo affrontare con cruda realtà quelle tragedie (cone Gen di Hiroshima o Una Tomba per le Lucciole) o i richiami all’imbarbarimento delle guerra e alla distruzione della Terra per mano atomica (come in Hokuto No Ken di Buronson/Hara, dove l’umanità è quasi sterminata e regredisce alla violenza pura dopo la guerra atomica).
Nel paradosso, Hiroshima e Nagasaki, se da un lato dopo la loro distruzione e la fine del conflitto videro USA e URSS correre all’armamento nucleare, quella tragica prova di forza servì probabilmente a stroncare sul nascere un conflitto nucleare possibile fra i due blocchi, che si limitarono a mostrare i muscoli esibendo le loro testate.
Oggi rischiamo, con nuove potenze nucleari come India e Pakistan o la Corea del Nord o con un certo ritorno di rapporti gelidi fra USA e la Russia, che possa ripetersi un evento simile? Mi viene da escluderlo, non perché siano filantropi i leader mondiali, ma per ovvi motivi di natura pratica: una guerra atomica non ha un vincitore, provocherebbe solo la distruzione del pianeta, dell’economia (e mai come ora le questioni economiche sono i reali motivi di inizio o meno di un conflitto) e dei reali benefici che potrebbe portare tale soluzione; inoltre manca una netta contrapposizione fra due blocchi distinti (NATO – Patto di Varsavia), dove gli scenari geopolitici cambiano molto rapidamente e un alleato di oggi diventa un nemico domani e amico dopodomani … forse non abbiamo imparato del tutto una reale lezione di Pace, ma da Hiroshima e Nagasaki abbiamo imparato il limite che non dovremo mai superare, spero.
Voglio avere fiducia, dobbiamo averla.