Nuovo appuntamento con la rece cinematografica, dedicato stavolta a un film drammatico dove è sottile il confine fra il romanzo e la realtà dei fatti accaduti: Hearth Of The Sea.
LA TRAMA – Nel 1850 il romanziere americano Herman Melville (Ben Whishaw – Profumo, 007: Skyfall e 007: Spectre, Cloud Atlas), decide per il suo prossimo romanzo di intervistare Thomas Nickerson (Brendan Gleeson – Braveheart, Michael Collins, Mission Impossible II e Troy), marinaio sopravvissuto decenni prima al naufragio della baleniera Essex nel 1820; all’inizio riluttante, grazie anche all’intercessione della moglie di Nickerson (Michelle Fairley – The Others, Harry Potter e i Doni della Morte e la serie Tv Games Of Thrones), Inizia il racconto, che vede l’allora esperto baleniere Owen Chase (Chris Hemsworth – Le saghe di Thor, Star Trek e Avengers), Speranzoso di essere finalmente assegnato come Ammiraglio di una baleniera, si vede costretto a fare da Primo Ufficiale al neo-ammiraglio George Pollard (Benjamin Walker – Kinsey, Flags of Our Fathers e Abraham Lincoln: Vampire Hunter), rampollo di una delle famiglie più importanti di Nantucket e fra le principali azioniste del business della caccia alle balene; sulla nave dove i due comanderanno e partiranno alla caccia di balene c’è anche il giovane Nickerson (Tom Holland – The Impossible, How I Live Now e Locke), alla sua prima esperienza su una baleniera, che non si dimenticherà mai più …. ritorno alla regia dopo due anni da Rush per Ron Howard (la saga ispirata ai romanzi di Dan Brown, Frost/Nixon il Duello, Apollo 13 e The Beautyful Mind, solo per citarne alcuni), che riporta in scena la ricerca che portò Melville a interessarsi alla vicenda dell’Essex che lo ispirerà poi per il suo romanzo più noto: Moby Dick.
LA REGIA – Howard confeziona un ottimo film a metà fra il romanzo e la ricostruzione storica, nel quale vediamo in parallelo la storia dell’incontro fra Melville e Nickerson e quella della storia dell’Essex e dei due suoi ufficiali (Chase e Pollard); notevoli le sequenze navali e della caccia alla balena, decisamente intense, un film dove l’azione si alterna a buoni momenti di dialogo, senza eccessivi punti morti o buchi enormi di sceneggiatura; bella la fotografia di Anthony Dod Mantle (The Millionaire, L’Ultimo Re di Scozia, 28 Giorni Dopo e Rush), che confeziona luci e colori intensi e molto adatti alle varie fasi del racconto.
IL CAST – Ottima prove quelle di Hemsworth e Walker, bravi nell’interpretare e portare sullo schermo il dualismo dei due ufficiali; buone le prove anche di Whishaw nel ruolo di Melville e di Fairley nel ruolo del vecchio Nickerson; menzione speciale per Holland nella parte di Nickerson giovane, molto convincente.
LE DIFFERENZE FRA IL ROMANZO E LA STORIA – Attraverso il racconto di Nickerson a Melville capiamo quali sono alcune delle reali vicende dell’Essex che sono poi finite anche nel romanzo di Moby Dick, mentre in parte alcune delle reali vicende della Essex sono state lievemente cambiate per rendere più cinematografica la storia, ma non hanno cambiato la sostanza del racconto ascoltato da Melville che lo porterà a creare Moby Dick.
IL MESSAGGIO FINALE – Il Messaggio finale è facilmente interpretabile come il fatto che la Natura ha un limite di rottura sotto il quale l’Uomo non potrebbe e non dovrebbe cercare di piegarla e stravolgerla, ma dovrebbe rispettarla e cercarla di preservare; al tempo stesso, L’Uomo riesce a trovare sempre, nelle situazioni di emergenza, lo spirito di resistenza e collaborazione che gli permette di sopravvivere anche nelle condizioni peggiori, come accade ai membri dell’Essex.
In conclusione?
Non è forse il miglior film di Howard (Rush ad esempio per me rimane un capolavoro assoluto), ma è un film che se riuscite a recuperare in qualche sala cinematografica vale la pena vedere, come rivederselo nel salotto di casa in noleggio o in DVD/ Blu Ray, BUONA VISIONE !!!
Concordo. Un film che non mi aspettavo ma che mi è piaciuto molto. Certo Rush per un patito di Formuna 1 e contemporaneamnte nostalgico degli anni 70 e 80 è tutta un’altra cosa…
Rush per persone come mio padre ad esempio è un tuffo nei suoi idoli di gioventù, per me è stato ridare vita ad atmosfere che la formula1 asettica di oggi ha sacrificato al business totale
Stessa situazione di mio papà…