Oggi celebriamo la Giornata del Ricordo, istituta il 10 Febbraio 2004 per ricordare le vittime delle Foibe in Friuli, Istria e Dalmazia e il dramma degli Esuli italiani fuggiti da quelle terre dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale e l’annessione dei loro territori alla Jugoslavia (QUI trovate le informazioni di base essenziali su tutta la vicenda).
Una giornata che è doveroso celebrare e ricordare, per almeno due principali motivi:
1) Ricordare nostri connazionali innocenti (nella stragrande maggioranza dei casi) che pagarono con la loro vita il folle ventennio fascista italiano che applicò In Istria e Dalmazia dure repressioni e sistematiche rappresaglie contro le comunità slave, la miccia che fra il 43 e 45, unita ai crimini di guerra commessi dai nazifascisti nella Jugoslavia occupata, portarono poi le formazioni partigiane di Tito a vendicarsi in modo brutale sulla popolazione, unica colpa era quella di essere italiani;
2) Ricordare per impedire che su una tragedia simile continui, come accaduto per decenni nella politica, una diatriba fra chi in passato (e come in parte fanno ancora formazioni della sinistra radicale) ha negato ha lungo la dimensione del Fenomeno Foibe e chi, sfruttando questo voler rimuovere la vicenda (come ha fatto la destra estrema e fanno oggi, in maniera oscena e vergognosa, movimenti xenofobi e populisti italiani), per creare una sorta di “alternativa” al Giorno della Memoria o al 25 Aprile;
No signori.
Il Giorno del Ricordo fa strettamente PARTE della nostra storia, è uno dei tasselli, assieme all’8 Settembre, al 25 Aprile e al Giorno della Memoria, del nostro bagaglio storico di dolori e vicende terribili che ci hanno spronato a rialzarci e fondare la nostra Repubblica, fa parte di quei momenti di riflessione che dovrebbero insegnarci che l’odio sistematico non porta a niente di buono. Dovremmo ricordare di quanto fummo ostili, in un momento difficile della nostra storia, con i nostri stessi connazionali che fuggivano da Istria e Dalmazia per non finire sotto il governo jugoslavo di Tito, in quell’Esodo che per decenni è stato quasi dimenticato, fosse una vergogna, con quei “profughi” che venivano visti non come italiani da aiutare, ma come “disturbo”, “causa di problemi”, “minaccia per la sicurezza” ….. se vi sembrano attuali queste parole, lo sono: sono le stesse orrende parole con cui si etichetta il dramma dei migranti e dei richiedenti asilo che sfidano il Mediterraneo per sfuggire dai loro paesi natali non più ospitali (per guerre, per emergenze umanitarie e altri motivi) e che arrivati qui, invece di amore fraterno, trovano campagne di odio, politici che li etichettano come minacce terroristiche, diffidenza e indifferenza.
E’ per questo motivo che dobbiamo impegnarci perché non sia permesso al populismo di destra di farsi propria questa ricorrenza, questa Giornata del Ricordo è un patrimonio di tutta la nostra nazione, deve essere un monito perché non succeda di nuovo e perché non si dimentichi la morte di così tanti innocenti.
Ricordate, perché non accada MAI PIU’