Mi coglie come un fulmine a ciel sereno la morte di Rutger Hauer.
In realtà, nel silenzio e nel volere della riservatezza, l’attore olandese, classe 1944, si era spento dopo una breve malattia il 19 Luglio, ma la notizia è filtrata solo oggi, nel giorno dei suoi funerali, fatti in forma privata.
Hauer era così: professionista puro, una sicurezza sul set, capace di ruoli versatili, ma al tempo stesso, riservato.
I più lo ricorderanno per il suo ruolo in Blade Runner, con il suo famoso monologo finale, o in Ladyhawke, nei panni di Navarre, un uomo gravato, assieme alla sua amata da una maledizione che li tiene “sempre insieme, eternamente divisi”.
Ma Hauer ha macinato decine di ruoli e interpretazioni: personalmente, oltre ai due film citati, l’ho apprezzato in due film storici come Il Soldato d’Orange e L’Amore & il Sangue, oltre che in alcuni dei suoi ultimi lavori, come I Colori della Passione, dove interpreta Pieter Brueguel, che rivive le storie dei protagonisti di un suo celebre quadro, la Salita al Calvario.
Lo ha adorato anche in film meno impegnativi come Giochi di Morte, o in Hobo with a Shotgun, il film nato dal finto Trailer dentro Grindhouse.
Fra gli ultimi ruoli, era comparso nei Fratelli Sisters di Audiard… Rutger ci lascia una grande eredità di ruoli e interpretazioni, divenendo così immortale nella Storia del Cinema.
Se volete ripescare qualche film meno noto di Hauer da scoprire, il buon Cassidy e la sua Bara Volante vi offre una bella carrellata di recensioni e storie dei film dove ha collaborato.
Addio Rutger, grazie di tutto