Quando una Foto congela un’attimo di Storia: Lionel Cironneau, Berlino 11 Novembre 1989

(Soldati dell’Est vedono il Muro fatto a pezzi – Foto © AP Photo/Lionel Cironneau – 1989)

Ricorre uno degli anniversari più iconici dell’era moderna, la Caduta del Muro di Berlino.

 

Quella data segna l’inizio della fine della Guerra Fredda, attraverso la caduta di quello che era stato il simbolo visivo e tangibile della separazione fra Ovest ed Est del mondo, fra le sfere d’influenza di USA e URSS. 

Il Muro fu il simbolo della chiusura non solo del regime filo-sovietico della DDR (la Germania est, l’area di influenza sovietica creata dopo la fine della II° Guerra Mondiale), ma anche degli altri regimi del Patto di Varsavia verso l’Europa legato alla UE (allora CEE) e alla NATO, una mossa che si rivelerà completamente negativa, agli occhi del Mondo.

(La Porta di Brandeburgo circondata dal Muro – Foto © AP Photo – 1961)

 

Nel 1989, complice anche un generale clima di “distensione” che si stava creando fra USA e URSS sull’onda delle politiche di disarmo nucleare, iniziava ad essere evidente come la Guerra Fredda fosse sul punto di concludersi.

Le varie rivoluzioni nei paesi dell’Est che si stavano susseguendo (in Polonia e Ungheria) e l’apertura delle frontiere della cosidetta “Cortina di Ferro”, stavano progressivamente smantellando l’isolamento dell’Est Europa. 

Anche la DDR è travolta dai cambiamenti: con l’apertura del confine ungherese, in migliaia passano il confine dall’Ungheria per passare dall’Austria alla Germania Ovest, creando problemi e ripercussioni sul governo, tanto che a Ottobre il leader Honecker si dimette e viene eletto al suo posto Krenz.

Krenz intuisce che deve stemperare gli animi dei cittadini della DDR e decide quindi di autorizzare permessi temporanei per andare in Germania Ovest.

Il problema è che la notizia viene data in maniera molto confusionaria e, dopo l’annuncio ufficiale alle 18.00 del 9 Novembre 1989, il messaggio che passa è che, da quel momento, le frontiere sono APERTE.

I tedeschi dell’Est si riversano a decine di migliaia nelle ambasciate e negli uffici a richiedere i visti, le dogane e le guardie di confinate si trovano impreparate e, di fronte a folle sempre più numerose, fanno l’unica cosa sensata da fare.

Le frontiere vengono aperte e ne approfittano in massa soprattutto le decine di migliaia di berlinesi della parte Est, quelli che più hanno sofferto l’isolamento dal Muro.

Nessuno controlla la marea umana di persone che attraversano le dogane e i check point, famiglie separate da decenni riabbracciano familiari che erano rimasti dall’altra parte alla fine della costruzione del muro, guardie dell’Ovest e dell’Est si abbracciano e scambiano strette di mano, bar e locali lungo il Muro offrono ininterrottamente per tutta la notte bevute e cibo a chi attraversa la frontiera.

 

(Berlinesi sopra il Muro – Foto © AP – 1989)

 

E all’alba del 10 Novembre, inizia, in maniera del tutto naturale, l’altro grande gesto simbolico.

Persone comuni iniziano, con martelli e picconi, a buttare giù pezzi del muro, ad aprire brecce.

A un’iniziale tentativo delle rispettive guardie di frontiera di impedire queste azioni, comprendono presto che fermare quel moto spontaneo è folle e rischioso, iniziano anche loro ad aprire brecce, aiutando anche con mezzi a spostare enormi pezzi di muro.

In quelle ore storiche, è presente anche il fotografo francese dell’AP Lionel Cironneau, che realizza diversi scatti di quei momenti, uno dei più famosi della serie è quello che vi ho mostrato all’inizio.

Uno scatto potente, che nello squarcio del muro, da cui si intravedono i soldati della DDR che incrociano gli sguardi della folla che sta prendendo e spostando quel pezzo di muro che ha rappresentato isolamento, terrore, repressione e status quo per decenni, diviso famiglie e affetti.

In quello scatto Cironneau racchiude la fine di un’era e l’inizio dell’occidentalizzazione dell’Est Europa, l’apertura alla democrazia e alla libertà di espressione, al libero scambio di persone, culture e storie senza filtri e limitazioni.

 

 

Dopo 30 anni, è stato un’evento positivo per la storia dell’Uomo?

Secondo me sì, fu enormemente positivo per l’Europa dell’Est, oltre che per la fine del dualismo che aveva diviso il mondo in due parti; sicuramente, sarebbe stato forse opportune traghettare al meglio questi paesi nel loro percorso di occidentalizzazione, accelerare e rendere maggiormente efficiente e incisivo il loro ingresso nella UE, realizzare davvero una Unione Europea anche politica, creare gli Stati Uniti Europei, ponendo fine all’influenza USA sul continente e creando una vera cultura europea, inclusiva, multiculturale e sentita in tutto il continente.

Non ci siamo riusciti purtroppo, abbiamo permesso invece il ritorno di pericolosi nazionalismi nell’est europa, abbiamo piano piano ricostruito un dualismo USA-Russia, non abbiamo saputo creare una UE forte, almeno non in tutti i campi dove avrebbe potuto esserlo.

Ma i ricordi e le foto di quel giorno in cui abbiamo buttato giù il Muro più discusso della storia, resta a dare speranza che un domani, non si ergano più Muri per dividere e separare popoli e culture.

 

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