Se le Leggi Razziali del 38 sono le più conosciute, poco si sa invece, di altre leggi razziali discriminatorie, approvate due anni dopo, a poche settimane dall’entrata in Guerra dell’Italia a fianco dell’Asse.
Le leggi discriminatorie contro i Meticci, che andarono a colpire sopratutto i figli (molto spesso nati da relazioni clandestine) nati da cittadini italiani con somale, libiche, etiope ed eritree, che avrebbero potuto godere dello status di cittadini italiani, hanno una storia precedente, alla messa in atto di questa legge, di discriminazione e classico scenario di dominio coloniale in Africa.
Già agli albori dell’inizio della nostra (spesso tragicomica, per gli esiti, sopratutto iniziali) avventura come potenza coloniale nel Corno d’Africa in Eritrea e Somalia (dove rimediammo più batoste che Gloria e Onore), i frutti della nostra “civilizzazione” in quelle terre si tradussero in almeno 20000 figli di unioni più o meno legittime fra nostri connazionali (spesso militari) e donne locale, nella maggior parte dei casi, minorenni o poco meno che adulte (ricordando, che, per l’epoca, era purtroppo un costume quasi socialmente accettato).
Pochissimi, riuscirono, in quegli anni e, alla fine del secondo conflitto mondiale, a ottenere un riconoscimento e la cittadinanza, ostacolati dal fatto che i padri non riconoscevano quei figli illegittimi, facendo perdere tracce che potessero ricondurli a loro, aiutati anche da una burocrazia, coloniale prima e repubblicana poi, che chiedeva lunghi accertamenti e prove che dovevano portare i figli di quelle relazioni.
Come per le leggi contro la Comunità Ebraica, anche qui, per giustificare e far approvare questa legge dall’opinione pubblica, si evocarono Spettri di oscure trame che puntavano Ebrei e altre Etnie in combutta per “sostituire e invaderci”, per far sparire la “cultura italica” e sostituirla con le loro tradizioni e costumi pericolosi.
Vi ricorda qualcosa di già sentito ai giorni nostri? Esatto, la famosa (e ormai arcinota) Bufala del “Piano Kalergi” che molti partiti di estrema destra e nazionalisti oggi agitano per incitare all’odio razziale e al respingimento di migranti e stranieri dai loro Paesi.
In questo clima di razzismo, di teorie inventate su “supremazie della Razza Bianca” e sulla necessità di dominare (e annientare) i rischi che le “Razze inferiori” creavano al Sogno di Società Perfetta dei regimi nazifascisti, Mussolini fece emanare le leggi razziali contro i Meticci il 13 Maggio 1940, la famigerata Legge 822.
Una legge che fu rimossa poi nel 1947, dalla neonata repubblica italiana, ma che non bastò per un riconoscimento automatico di tutti quei figli meticci nati in Eritrea, Etiopia, Libia e Somalia che videro, in pochissimi, solo decenni dopo, riconoscimenti, tardive scuse e una cittadinanza.
Una pagina vergognosa di cui si è parlato ben poco, se non per qualche coraggiosa inchiesta giornalistica (come quella del giornalista Vittorio Longhi, italiano di origini Eritree, a cui devo la scoperta di questa storia grazie a un suo Articolo) e di pochi storici che hanno trattato l’argomento.
Merita invece una ampia conoscenza questa pagina, specie nel quadro odierno, dove il Razzismo, nel nostro Paese, sempre (purtroppo) presente, sta uscendo da quel cono d’ombra dove stava nascosto e sta mostrandosi in tutto il suo disgusto e orrore, nei tanti episodi di intolleranza razziale, religiosa e civile, mossa sui social e sui media da politici e partiti che, sull’odio, basano la loro intera esistenza politica.