Ho sentito rammentare la prima volta Tinin Mantegazza in un documentario.
Era un documentario realizzato da Dario Moccia, dove intervistava i protagonisti dell’era della “TV dei Ragazzi”, che raccontavano la loro esperienza e quegli anni, memorabili e irripetibili (a suo modo).
Fra i protagonisti intervistati, anche i primi storici conduttori dell’Albero Azzurro, Claudio Madia e Francesca Paganini, che racconto di tutto il grande lavoro artistico e scenografico, citando, fra i tanti, Mantegazza per le sue creazioni.
Mantegazza arriva a realizzare le scenografie (e il Pupazzo protagonista delle storie, Dodò) alla fine di una lunga carriera nel settore e in RAI.
Classe 1931, nata a Varazze, Mantegazza inizia a lavorare nel mondo dell’Illustrazione, nel 1950, sulle pagine del Corriere dei Piccoli, dove pubblica le prime illustrazioni; lavora anche come illustratore a il quotidiano La Notte.
Nel 1958 approda nella neonata RAI, dove gli viene affidata la cura di scenografie e costumi per diversi programmi e sceneggiati rivolti all’infanzia.
Telefiabe, La Filibusta (1969), Nel Mondo di Alice (1974), fanno scoprire l’enorme talento di Mantegazza, ma la consacrazione e la conquista del cuore di intere generazioni di bambini e genitori arriva con l’Albero Azzurro nel 1990.
Le avventure di Claudio, Francesca, Dodò e dei loro amici conquistano grandi e piccoli, sfornano una fortunata serie di gadget, VHS in vendita, giornalini e articoli per la scuola.
Tinin continua, in parallelo, la sua carriera di illustratore, entrando in quel Gotha dell’illustrazione italiana come Luzzati, Pericoli e molti altri, con una ricca produzione per l’infanzia (come le sue illustrazioni e racconti come I Tre Porcellini & il Lupo Puzzone o La Storia di Rosanna detto Cappuccetto Rosso) e di pittura.