1921: Un Teatro, un Congresso, una scissione, un Paese che si avvia a diventare un Regime

Inizio del 1921.

L’Italia sta attraversando un periodo difficile; la guerra del 1919, vinta sul campo (con un costo di vite altissimo), ci ha regalato Trento e Trieste (e parte della Dalmazia, Fiume diventa un Caso internazionale a parte), ma una crisi economica enorme, una marea di mutilati e invalidi di guerra e civili,, decine di migliaia di reduci che non sanno reinserirsi nella società.

Gli ultimi due anni hanno visto un biennio di scontri, proteste, occupazioni, morti e feriti, fra i movimenti operai ed agricoli, sostenute dalle forze di sinistra, e un movimento di estrema destra che sfrutta il malcontento di reduci e cittadini (e il sostegno di industriali e borghesi) per attaccare circoli operai, case del popolo, consorzi agrari, scatenare disordini e violenze, i Fasci di Combattimento, precursori di quel PNF che, nel 1922, diventerà tristemente noto e potente.

Il PSI, che ha aderito all’Internazionale Comunista, ha una grana da risolvere: dopo aver aderito ai 21 punti dell’Internazionale, confermati al Congresso di Bologna del 1919, deve prendere una decisione importante. Riportare l’Ala Riformista del Partito a miti consigli e a riconoscere i 21 Punti sanciti dall’Internazionale, o espellerla dal Partito.

(Il Goldoni nel 1921, durante il convegno – Foto © socialismoitaliano1892.it)

Il PSI aveva già rischiato la scissione durante la Prima Guerra Mondiale, fra interventisti e pacifisti (discussione che portò, nel 1914, all’espulsione di Mussolini, allora socialista, dal Partito, cosa che lo porterà poi vicino alla destra e alle posizioni interventiste in maniera definitiva), non vuole rischiare una seconda volta, quindi la dirigenza del Partito vuole ricondurre i riformisti sulla retta via.

Il XVII° Congresso del PSI, che si svolge a Livorno il 15 Gennaio 1921, che si tiene al Teatro Goldoni, è l’ultima chance di ricucire uno strappo che sembra incolmabile.

Ma la conciliazione non avviene: discussioni accese, accuse reciproche di aver perso la via maestra, porta, alla fine di 6 intense giornate di discussioni, a una votazione finale drammatica alle tre principali mozioni: quella unitaria (la maggioranza che rispetta i 21 punti e la linea dell’Internazionale), quella della corrente comunista (guidata da Bordiga e Terracini, riformisti che vogliono una linea più rivoluzionaria) e quella concentrazionista.

Vince a maggioranza quella Unitaria, che vuole il PSI dentro i Punti dell’Internazionale; l’ala comunista decide e sente che il PSI non è più la loro “casa” e che è tempo di fondare un partito e un movimento politico più vicino al loro ideale; la delegazione comunista abbandona il Goldoni e si dirige verso il Teatro San Marco, per dare vita, con il suo primo congresso nazionale, al Partito Comunista d’Italia.

Sarà la nascita ufficiale del partito a cui aderiranno dal primo giorno figure storiche della politica e della resistenza italiana (e della storia della Repubblica poi) come Gramsci e molti altri.

(I resti del Teatro San Marco oggi – Foto © decorartesnc.it)

In quel clima di forte tensione politica, con grandi cambiamenti nella scena italiana politica e sociale, tuttavia pochi seppero cogliere la minaccia rappresentata dal fascismo, che si mascherava, dietro la facciata di movimento anti-sistema “popolare”, nient’altro che il braccio armato della classe borghese e industriale che temeva il fuoco della rivoluzione sovietica del 1917 potesse attecchire in Italia (e in Europa), che portò a finanziare e sovvenzionare i Fasci da Combattimento e il suo Leader, fino a permettergli, nel 1922, quella Marcia su Roma che lo porterà (per incapacità del Governo e dei Savoia) a prendere il Potere e dare inizio a una delle pagine più buie e dolorose della storia italiana.

Il PCI e gli altri partiti sarebbero stati sciolti nel 1926, quando la dittatura assunse la sua piena forma, ma quel 21 Gennaio 1921, in un teatro di Livorno, una scissione dal più vecchio (tuttora, pur se con alterne vicende) partito italiano, dava origine a uno dei partiti che, decenni dopo, sarà fra i partiti presenti e fautori della nascita della Repubblica Italiana.

P.S: Post con insulti, minacce, revisionismi storici e revisionisti saranno cancellati

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