In Genere l’editoriale dedicato alle Foto che congelano gli attimi di Storia, viene dedicato a foto legati a grandi fatti storici (conflitti, fatti politici, disastri ambientali, eventi mondiali, ecc), ma questa volta, la Foto arriva da un passato… appena trascorso.
Non ci stanchiamo di parlare di come i Social rendano virali battute, sketch, Meme e Vignette, ma anche foto che subiscano una condivisione virale (e tutta una serie di stravolgimenti del suo significato originario).
Una foto diventata molto virale in questi giorni, che fotografa bene il periodo di Pandemia che stiamo vivendo.
E’ il 29 Gennaio del 2021, la classica giornata invernale sul lungomare di Livorno; Mare mosso che lambisce i muriccioli del Lungomare, gente che cammina, con le mascherine, approfittando della Zona Gialla che permette di uscire, fare passeggiate e vivere all’aperto.
Siamo quasi a un anno dalla scoperta e l’inizio di quella Pandemia che colpirà prima la Cina e tutto il Mondo, Italia compresa, che ci farà vivere il 2020 fra quarantene, Lockdown, tamponi, una quasi parvenza di ritorno alla normalità e, a fine 2020, il ritorno quasi ai ritmi di contagi e morti della prima ondata di Pandemia.
In tutto questo, interi settori sono stati fermati, cancellati, alcuni ripartiti a singhiozzo, altri ancora in attesa di capire se e come ripartiranno.
Uno di quei settori è la Musica.
La Musica è stata fra le primissime attività considerate “non essenziali” a fermarsi: Concerti, Tour nei palazzetti e nei Teatri, Festival musical, grandi kermesse. Tutte bloccate, fermate, rimandate a date da destinarsi.
Una ricaduta economica enorme: dai gestori di locali, ai Promoter, passando per le Crew che lavorano ai Tour, alle luci, ai suoni, gli staff dei concerti, la sicurezza, il reparto Food, tutto l’indotto legato al Merchandise, all’accoglienza degli spettatori (pernottamenti, ristorazione, ecc), si ferma. e decine di migliaia di persone si trovano senza reddito, dall’oggi al domani.
La Pandemia ha evidenziato non solo l’enorme rilevanza economica del settore musicale e dei Live in Italia, ma anche la precarietà lavorativa di molti addetti ai lavori, fra contratti a stagione o Tour, a tempo determinato, con maestranze ferme che non sanno come reinventarsi o come fare per proseguire; alcuni locali hanno dovuto dichiarare bandiera bianca e probabilmente, a Pandemia finita, non riapriranno.
E tante, troppe persone, hanno improvvisamente capito quanto sia importante avere la possibilità di assistere e vivere un concerto dal vivo.
Manca il contatto sociale che si crea a quegli eventi, il piacere dell’attesa che il concerto inizi, la bevuta pre-concerto, il cantare assieme, il rito della locandina come souvenir, della maglietta o del CD acquistato al banco o allo stand del Merchandise.
E magari, manca anche l’esperienza del viaggio, che sia partire dal paese di provincia per andare al capoluogo, o partire Verso il Nord o il Sud del Paese, perché magari l’unico concerto di quel tour europeo del tuo artista preferito lo fa in Italia solo a Villafranca di Verona o a Termoli, con tutti i riti del viaggio: la partenza, il recupero della comitiva, la sosta all’autogrill, l’arrivo, il viaggio di ritorno, la prima colazione all’alba verso casa.
Tanti artisti hanno cercato (con successo e non) di raccontare questa mancanza di musica in canzoni, ma a volte, la frase che ti riassume quello stato dell’anima, la trovi per Strada.
Capita così quel giorno a Francesco “Blues” Luongo: Francesco è un musicista e fotografo livornese, molto conosciuto e apprezzato a Livorno e in Toscana. Francesco raggiunge una zona precisa del Lungomare, perché ha in mente uno scatto preciso, nella sua testa.
Da qualche giorno, è apparsa, su un cartellone delle Pubbliche Affissioni del comune, una scritta anonima stupenda, che recita così:
MI MANCHI COME UN CONCERTO.
Una frase semplice ma diretta. Andare a un concerto per molti è un vero atto di amore: cosa c’è di più intenso, vissuto e romantico delle emozioni che produce un concerto, una canzone suonata dal vivo, la voce del/della musicista preferit* che canta la canzone che ci fa struggere il cuore di gioia, dolore, rimpianti e ricordi ogni volta?
E quanto manca non poter vivere a pieno la Musica?
Francesco è rimasto colpito e rapito da quella frase e la vuole immortalare, deve solo aspettare il momento e la Luce giusta.
E lo scatto è stupendo, in bianco e nero, che esalta la luce di quel giorno di gennaio, le ombre, le onde del mare agitato, la ragazza che cammina spedita, verso la sinistra, come se stesse per abbandonare la foto.
Ma credo neanche Francesco pensava che avrebbe avuto un simile successo e condivisione social: centinaia, poi migliaia di condivisioni, ricondivisioni, Pagine che prendono in “prestito” la foto per pubblicarla nei loro social; poi articoli sui giornali, cartacei e non, arrivano anche interviste.
E poi si scopre anche l’autore della scritta del graffito: un concittadino di Francesco, Gabriele Milani, artista e fotografo, che presto diventa virale anche lui, con il video della performance dove realizza il graffito.
Graffito che, da qualche giorno, è sparito purtroppo, per l’apparizione, sul pannello delle Pubbliche affissioni, di nuovi manifesti pubblicitari. Ma ormai, quella frase piena di amore per la Musica è resa immortale dallo scatto di Francesco Luongo, che ci ha regalato un vero atto d’amore alla Musica e ai concerti, due cose che spero torneremo presto a vivere Live.
Foto © Francesco Luongo Photography – 2021
Qua sotto, un po di indirizzi Social di Luongo e Milani, seguiteli e supportateli:
Profilo Instagram Francesco Luongo