Chissà quanti sanno che quelle foto le hai fatte tu.
Non deve essere stato facile, pur avendo anni di esperienza nella cronaca, essere lì, alla Stazione di Bologna, il 2 Agosto del 1980.
Arrivasti fra i primi muovendoti fra le macerie, fotografavi i soccorsi, i feriti e le vittime portati via, uno scenario che sembrava uscito da un film di guerra.
C’è la foto fra le tue più note, dove fra i soccoritori si scorge il Priore dei Salesiani di Bologna, mascherina e guanti addosso, a dare una mano ai soccorsi, a spostare le macerie, aiutare nel trasporto dei feriti, nel mezzo del cratere dove un tempo c’era la Sala d’Attesa.
Sei stato fra i pochissimi fotografi che, il giorno dopo la Strage, fu permesso entrare nella Rianimazione dell’Ospedale Maggiore di Bologna, per far vedere gli effetti devastanti di quella Strage sui feriti, sui corpi, sulle vite di persone che sarebbero state segnate per il resto dei loro giorni, non solo nel corpo, ma nello spirito.
Nella tua lunga carriera hai costruito un grande archivio fotografico, che nel 2015 hai donato a Bologna, oggi custodito nel tuo studio di sempre, in Via Marsala, archivio custodito e gestito dalla Fondazione Genius Bononiae.
Una ricca selezione delle tue foto, è esposta al pubblico in questo momento in una bella mostra a Santa Maria della Vita, assieme alle foto del collega Walter Breveglieri.
Grazie Paolo, grazie alle tue foto, la Memoria di Bologna e delle vittime della Strage continuerà ad essere viva e visibile.
La Terra ti sia Lieve.