Non puoi (e non devi) dire Tutto quello che vuoi

Le vicende che hanno che hanno investito Gina Carano direi siano solo l’ultimo esempio di come essere un personaggio di fama, non significa che tu sia in dovere (e obbligato) a dire tutto quello che ti passa per la mente.

Credere di avere una certa impunità (e nessuna conseguenza) per il fatto che sei seguito da milioni di persone, che amano le tue gesta e le tue performance, di poter esprimere OGNI aspetto del tuo pensiero, già prima era molto poco tollerato (tranne rare eccezioni di “intoccabili”), ancor meno è tollerato nel 21° secolo, dove i social danno immediate reazioni alle tue parole (e immediati grattacapi ai tuoi datori di lavoro).

La Carano aveva già avuto due volte graziata la reazione dalla Disney (per i suoi post NoVax e per le ripetute bufale postate sui presunti – e mai – provati – brogli dei democratici alle presidenziali, la goccia di equiparare la “persecuzione” dei sostenitori repubblicani a quella subita dagli ebrei durante il nazismo è stata solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso della Pazienza ai dirigenti Disney e provocato il suo mancato rinnovo del contratto per Mandalorian e altri progetti per le serie Disney+.

Benvenuta nel Club

Carano è solo l’ultima di una serie di membri di quel “club” di persone che hanno sottovalutato il peso delle parole espresse sui social e le loro conseguenze (lavorative e penali).

Prima di lei l’attore Harltley Sawyer (che compare nella serie Flash della CW) era stato licenziato per tweet razzisti, misogini e omofobi; James Gunn (regista di successo, in Disney e Warner/DC) era stato licenziato dalla Disney quasi tre anni fa per vecchi Tweet dove faceva (pessime) battute sulla pedofilia e altri argomenti in tono molto Cringe.

Oppure non possiamo non ricordare il clamore che suscitò il licenziamento di Hulk Hogan in WWE nel 2015 per vecchie frasi razziste trapelate da un sex Tape (girato di nascosto) e da una trasmissione radiofonica, che valse a Hogan anni di oblio sui siti WWE e, solo recentemente, un ritorno e una riappacificazione fra la federazione e Hogan?

O da noi in Italia, recentemente, abbiamo avuto vip, commentatori e presentatori licenziati per battute razziste durante gli show (da Alda d’Eusanio al caso Passirani, per citarne alcuni).

E ovviamente, non scomodiamo la Politica, dove casi di questo genere, di frasi razziste, omofobe o antisemite, dette da politici in Italia e nel Mondo, purtroppo non mancano.

Ovviamente, fan indignati, proteste contro “la libertà d pensiero” invocazione della “censura dei poteri forti”, petizioni per far riassumere il personaggio coinvolto nella vicenda.

Ancora nel 2021, persone confondono la Libertà di Pensiero ed Espressione con il poter dire QUALSIASI cosa senza conseguenze.

Invece è bene che le persone imparino a capire che scrivere qualcosa di offensivo, specie se puntato contro persone di razza, religione o orientamento sessuale diverso dal proprio, ha delle CONSEGUENZE, nella vita reale.

E non perché esistono chissà quali “poteri forti” o oscuri disegni per far diventare la società chissà cosa, ma perché nel 21° secolo non è tollerabile ancora esprimere sentimenti xenofobi, omofobi e intolleranti.

Perché, oltre a far passare messaggi sbagliati, tali messaggi danneggiano le aziende per cui lavorano (e per il quale lavorate voi che leggete, ad esempio), e l’azienda, che sia più o meno vicina a valori etici e morali, sa che il suo pubblico e i loro clienti possono esserlo e possono decidere di boicottare il loro prodotto.

Ed è quindi normale che una azienda decida, dunque, di tutelarsi interrompendo i rapporti lavorativi con tali soggetti (o con voi). Perché equiparare le persecuzione ebraiche alle critiche verso un partito politico NON è un’opinione ne è accettabile, quindi Disney ha operato legittimamente e ha fatto bene a non rinnovare il contratto alla Carano (e l’agenzia per cui lavorava a licenziarla).

E non è nemmeno sessismo o censura politica verso la Carano stessa: Chris Pratt (Starlord ne I Guardiani della Galassia) è un fervente repubblicano e sosteneva Trump, ma non ha MAI scritto lo stesso tipo di post della Carano; Evangeline Lilly (Wasp in Ant Man) ha chiesto pubbliche scuse per aver minimizzato sui rischi della Pandemia e i provvedimenti per contrastarla su Instagram.

I tempi per fortuna cambiano e anche la sensibilità della società e delle persone verso questi temi, speriamo di vedere sempre meno questo genere di uscite da personaggi famosi.

Vi lascio anche una riflessione alquanto approfondita di Matioski proprio sulla vicenda Carano:

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