Quando una Foto congela un Attimo di Storia – 13 Maggio 1981

Nuovo appuntamento con gli Scatti che bloccano un Attimo di Storia, oggi ricorre il 40° Anniversario di un Attentato che è rimasto scolpito nelle nostre generazioni e nella fine del 20° Secolo.

E’ una giornata di Maggio del 1981, il 13 Maggio per la precisione.

Siamo a Roma, in Piazza San Pietro,è giornata di udienza pubblica del Papa: migliaia di fedeli sono in piazza ad aspettare l’arrivo di Sua Santità.

Dal 16 Ottobre del 1978, sul Soglio di Pietro, siede un Cardinale polacco, il primo papa straniero dopo 455 anni di papi solo italiani: Karol Wojtyla, eletto a sorpresa dal conclave dopo otto votazioni.

Il pontefice ha 58 anni, età alquanto giovane, per gli standard, in poco tempo, all’iniziale scetticismo dei fedeli, ha conquistato l’affetto dei milioni di fedeli italiani e stranieri, anche per l’atteggiamento molto cordiale e sopratutto per la voglia di innovazione che vuole portare nella Chiesa, osteggiata da una ala tradizionalista ancora presente, già in contrasto con quell’innovazione portato dal Concilio Vaticano II.

Ma è anche guardato con molto sospetto e odio anche ad Est, dal blocco sovietico che vede l’elezione di quel papa polacco, che ha messo non poche difficoltà al governo filo-sovietico polacco.

Insomma, Giovanni Paolo II (questo il nome che sceglie Wojtyla come Papa), ha diversi nemici che non vedono di buon occhio il suo pontificato.

Ma torniamo nella Piazza: nonostante l’udienza sia nel tardo pomeriggio, la piazza è gremita già ore prima, fra essi, quattro personaggi sembrano però quasi disinteressati all’udienza.

Si tratta di tre cittadini bulgari (che verranno poi identificati come Serghei Antonov, funzionario della Balkan Air a Fiumicino; Jelio Vassilev, segretario dell’addetto militare dell’ambasciata bulgara a Roma; Todor Ajvazov, responsabile dell’ufficio amministrativo della medesima); il quarto è un turco Mehmet Ali Ağca, terrorista e criminale che fa parte dell’organizzazione terroristica dei Lupi Grigi.

Ma poco prima delle 17, finalmente il Papa arriva, sopra una Jeep scoperta, circondato dallo Staff della sicurezza, in abiti borghesi; il resto della sicurezza è garantito in piazza sia da carabinieri e forze dell’ordine italiana che dalla polizia vaticana e dalle Guardie Svizzere sia in uniforme tradizionale che in borghese fra la folla.

La vettura avanza e rallenta più volte, il Papa si ferma a stringere mani, benedire, abbracciare e prendere in braccio bambini e bambine, che genitori porgono per una carezza, un bacio o una benedizione.

Fra questi,la famiglia Bartoli, che portano con loro la loro bambina di un anno e mezzo, Sara, che viene presa in braccio dal Papa, porta da Mamma Luciana verso la vettura; la piccola e i suoi genitori non sanno che stanno per entrare, loro malgrado, in uno degli eventi cardine della Storia italiana.

Da lì a pochi secondi, accade tutto: Agca (con vicino Antonov, come verrà accertato da diverse foto e filmati fatti nella piazza) si sporge e con la sua pistola spara due colpi verso il Pontefice, che cade seduto e sorretto dal suo segretario e dai membri della sicurezza; l’Attentato al Papa è stato appena compiuto; anche due fedeli risulteranno ferite dai colpi (sicuramente più di due) sparati dal terrorista.

(Un dettaglio da Porta a Porta – Foto © RAI)

Sono minuti concitati: il panico in piazza è totale, persone fuggono o cercano riparo, ci sono urla, Agca e i tre bulgari si danno alla fuga, ma Agca è quasi placcato subito dalla sicurezza italiana e vaticana, mentre la vettura corre verso l’interno del vaticano.

Seguirà una corsa disperata verso il Policlinico Gemelli (Ospedale legato da decenni alla salute e la cura dei pontefici), ore di interventi chirurgici, ma alla fine il Papa si salverà.

Agca, catturato, sarà processato e condannato all’ergastolo, accuserà i servizi segreti bulgari di aver commissionato l’attentato (i tre bulgari che indicherà complici e presenti con lui in Piazza al momento dell’attentato, saranno però prosciolti dalle accuse); nel corso dei decenni, Agca cambierà più volte versione sui mandanti, inserendo anche altri misteri ed episodi della cronaca italiana legati alla vicenda (dalla sparizione di Emanuela Orlandi alla Banda della Magliana).

Nel 1983, per Natale, il Papa va incredibilmente a trovare il suo attentatore, lo perdona e si tratterrà a parlare da solo con lui diversi minuti.

(Foto © Reuters 1983)

Nel 2000, il Presidente della Repubblica Ciampi concede la grazia, con il benestare del Papa e della Santa Sede ad Agca, che torna in Turchia a scontare dieci anni per una precedente condanna (l’assassinio di un giornalista turco, pena capitale commutata in carcere a vita e poi amnistiata), da cui uscirà nel 2006 per buona condotta.

Il Pontefice attribuirà la salvezza della sua vita alla Madonna di Fatima, verso cui era molto devoto, tanto da portare (e donare) uno dei proiettili estratti dal suo corpo al santuario portoghese nel corso della sua visita a Fatima nel 1982, esattamente un anno dopo l’attentato (e anche in quella occasione rischierà un attentato e verrà ferito da un prete tradizionalista fanatico che tenterà di ucciderlo con una baionetta).

Il Pontificato di Giovanni Paolo II proseguirà, fra grandi innovazioni (e anche zone d’ombra), ma non verrà mai chiarita fino in fondo la vicenda e i mandanti di quell’attentato (che mise quasi in secondo piano i referendum del 1981 che si sarebbero tenuti quella domenica).

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