Come vi avevo promesso, quando abbiamo parlato della Mostra di De Chirico a Palazzo Blu (potete recuperarvi il resoconto QUI), vi abbiamo accennato anche di altre mostre in corso al polo museale pisano.
Ed eccoci infatti a parlare della mostra dell’artista inglese Tom Phillips dedicata alle sue illustrazioni per l’Inferno della Divina Commedia di Dante Alighieri.
Phillips, pittore e illustratore poliedrico
Londinese, classe 1937, Phillips ha avuto una florida produzione fra pitture, incisioni e illustrazioni per vari progetti: Libri, arazzi, copertine musicali (da quelle con i King Crimson a Brian Eno, fino a collaborazione con i Who o i Dark Stars), collaborazioni per progetti televisivi o cinematografici (come quello con Peter Greenaway legato a Dante o i ritratti realizzati per i Monty Python), Phillips diviene famoso per la sua tecnica di pittura e riutilizzo di opere letterarie che contamina, rielabora e integra attraverso la sua tecnica.
Le sue opere più famose in tal senso sono A Humument e, appunto Dante’s Inferno, che è in mostra appunto a Palazzo Blu (fino al 18 Luglio, Info e dettagli QUI), dedicata ai Canti dell’Inferno.
L’Inferno di Dante negli orrori del Mondo moderno
Phillips, nel suo viaggio con Dante e Virgilio nei gironi infernali, con le sue pitture, incisioni e collage, ci trasporta in un Inferno moderno, dove agli orrori dei contrappassi danteschi si aggiungono gli orrori della civiltà moderna.
Troviamo quindi citazioni a Guernica, agli orrori moderni della civiltà, icone pop come King Kong o diavoli fumettistici con onomatopee Pop, in un tripudio di tecniche e stili, che rendono l’opera del Sommo Poeta un viaggio Pop alquanto particolare.
Le illustrazioni di Phillips diventano un ponte fra passato e presente, un atlante visivo del XX° secolo che si cala perfettamente nell’opera di Dante.
Tra l’altro, quella esposta a Pisa è l’edizione del 1983, esposta nella sua forma completa (139 Tavole) per la prima volta.
Non solo Mostre
Ma le mostre di De Chirico e Phillips non sono l’unica cosa che potete visitare a Palazzo Blu.
Potete cogliere l’occasione infatti per visitare la parte museale permanente: dalla collezione Simoneschi (ricca di reperti archeologici e numismatici), alla ricostruzione della vita nobiliare degli ultimi proprietari (dallo stesso Simoneschi ai Giuli), oltre alle opere facenti parti della collezione della Fondazione (da opere di Artemisia Gentileschi a Benozzo Gozzoli, da Agnolo Gaddi a Galileo Chini), oltre a visitare la ricca collezione di reperti archeologici ritrovati negli scavi compiuti a Palazzo Blu e nelle zone limitrofe fra gli anni 90 e 2000, che ci ricostruiscono la vita del quartiere e di Pisa dagli albori romani al 19° secolo.
Foto © Palazzo Blu Pisa – 2021
Un Tour di Pisa diverso
Visitare Palazzo Blu è anche occasione magari per un Tour turistico della Città diverso dal classico giro in Piazza dei Miracoli e Piazza dei Cavalieri.
Potete programmare un Tour nei musei “minori” e meno conosciuti della città (ma con contenuti altrettanto prestigiosi e importanti): dall’ultimo polo museale nato, quello dedicato alle Navi Romane (che spero di visitare a breve) al Museo di Palazzo Reale o a quello di San Matteo, o posti come L’Orto Botanico di Pisa o Il Museo della Grafica.
Tutti musei presenti sui Lungarni pisani, al quale potete integrare visite a chiese meno note (ma stupende) come S.Michele, San Paolo a Ripa d’Arno, S.Maria della Spina o Santa Caterina.