Gino, da tempo sapevamo che non stavi bene, ma c’era la speranza che tu, battagliero come sempre, avresti superato anche questa.
Invece, oggi leggo che Gino Strada non c’è più.
Ora ti immagino di nuovo fianco a fianco, mano nella mano, con la tua Teresa, con la quale avete fondato e tirato su Emergency, che hai fondato per portare assistenza medica e sanitaria ovunque ci fosse bisogno nei teatri di guerra, dove a subire le conseguenze peggiori sono sempre i civili.
Ho sostenuto negli anni tante campagne di Emergency, ho condiviso spazi e manifestazioni con i suoi attivisti assieme alla mia ONG, Ho sempre apprezzato gli interventi di Gino contro le guerre, la xenofobia, l’indifferenza alla questione migranti, le tante battaglie per rendere l’assistenza medica accessibile ai poveri e ultimi ovunque.
Il tuo ultimo pensiero lo ha scritto sulla Stampa, dedicato a quella Kabul martoriata da decenni di guerre ora di nuovo assediata e distrutta dai talebani, dove hai mosso con la tua ONG i primi passi, la prima clinica, i primi interventi, le prime protesi ai mutilati dalla guerra e dalle mine.
Mine che abbiamo, con le nostre industrie, purtroppo contribuito a diffondere con “successo”, come avevi più volte denunciato nelle tue battaglie per abolire l’uso delle mine antiuomo: mine realizzate come se fossero piccoli giocattoli da maneggiare, che finivano spesso nelle mani ignare di bambini, le prime vittime di queste mine.
Perdiamo una voce forte, potente, che si alzava sempre a difesa degli ultimi e dei deboli, ma rimane Emergency, rimangono i suoi scritti, le sue interviste, le sue parole, portate avanti dalla ONG e dalla figlia Cecilia.
Ciao Gino, continueremo la tua battaglia per un mondo senza guerre e disparità, te lo promettiamo.
(Uno degli ultimi interventi dal vivo di Strada, al Giffoni Film Festival 2021)