La Prima Rece non si scorda Mai – Shang Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli

Dopo più di un anno (era dai tempi di Parasite, giusto per darvi un punto fisso nel tempo) che non recensivo un film visto in SALA, eccoci finalmente, di nuovo a parlarvi di rece cinematografiche, con il secondo film della 4° Fase del MCU: Shang Chi & La Leggenda dei Dieci Anelli.

La Trama

Agli albori dell’Impero Cinese, il potente Wenvu (Tony Leung – Bullet In The Head, Hong Kong Express, La Battaglia dei Tre Regni, The Grandmaster), noto oggi come Il Mandarino, grazie al potere di dieci mistici anelli, domina e conquista regni su regni e, con l’organizzazione dei Dieci Anelli, gestisce il potere nel Mondo.

Ma un giorno, mentre è sulle tracce della leggendaria Ta Lo, incontra la guerriera Chang Li (Fala Chen – I Love HOng Kong, Revenge of The Green Dragons, Le serie TV Forensic Heroes e molte altre), che lo sconfigge e conquista il suo cuore….

(Leung/Wenvu – Foto © Marvel Studios/Walt Disney Studios – 2021)

Nella odierna San Francisco, Shoun Li (Simu Liu – La serie TV Omega, Blood and Water, Kim’s Convenience e Taken) e la sua amica Katy (Awkwafina – Oceans’8, The Farewell – Una Bugia buona, Jumanji: The Next Level) vivono una vita alla giornata, fra lavori saltuari e notti brave, ma un giorno dei loschi individui, mandati dal Padre di Shoun, riportano il ragazzo a svelare a Katy le sue vere origini e affrontare il suo passato…. esordio nei Blockbuster Marvel per Destin Daniel Cretton (Short Term 12, Il Castello di Vetro, Il Diritto di Opporsi), che porta al debutto sullo schermo il personaggio del Maestro di Arti marziali cinese.

La Regia

Cretton confeziona un film onesto, con buoni ritmi (anche se con un paio di momenti tirati un po troppo per le lunghe e con un paio di buchi sceneggiativi palesi), che ci portano al percorso che trasforma Shoun nel Shang Chi fumettistico, raccontando le origini e il suo passato.

Il film ci mette un po a carburare (e forse non ci riesce del tutto nel finale), ma regala alcune ottime sequenze di combattimento, omaggio a metà fra gli Hong Kong Movies e coreografie sullo stile de La Tigre e il Dragone o La Foresta dei Pugnali Volanti.

Interessante l’introduzione del mondo di Ta Lo e tutta la sua ambientazione, che introduce diversi elementi che spero saranno approfonditi in futuro e nel MCU (e vogliamo parlare di quella ENORME Ghibli Reference presente nel film? l’ho vista solo io?)

Il film comunque non va visto con l’occhio del classico Blockbuster Marvel, ma con una chiave di lettura del MCU che si apre a un mondo con tradizioni, comportamenti e ritualità (quello della cultura orientale e asiatico) totalmente differente dal Background americano; in questo ritengo l’operazione interessante e (in parte) riuscita.

Il Cast

Liu alla prima vera prova di Blockbuster non mi è dispiaciuto, ma in alcuni momenti è apparso leggermente “bidimensionale”, spero che in altre apparizioni saprà dare uno spessore maggiore al personaggio che, pur essendo un personaggio (Shang Chi) più votato all’azione che al dialogo, può offrire molti risvolti interessanti, specie anche su alcune rivelazioni (sul passato della sua famiglia e della madre) che emergono nel corso del Film.

Brillante la performance di Awkwafina, che si rivela una spalla davvero ottimale per Liu/Chi, con un personaggio sopra le righe che non finisce in cliché scontati, ma ha dei momenti di sviluppo serio e crescita del personaggio nel corso del Film, oltre a fare da sprone al protagonista in diverse situazioni.

Liu/Chi e Awkwafina/Katy – Foto © Marvel Studios/Walt Disney Studios – 2021)

Il “villain” interpretato da Leung risulta abbastanza particolare, ma anche questo va letto nella chiave di lettura cinematografica “asiatica” del film, che ci ha abituato a creare antagonisti con conflitti interiori molto aperti, andamenti che passano da una redenzione al ritorno agli istinti negativi: Wenvu affronta nel corso del film un percorso di cadute e risalite molto particolare; se esternamente le motivazioni che lo spingono possono sembrare superficiali o facili (specie nella seconda parte), vanno lette nel contesto culturale che si è voluto dare al film (che comunque, oggettivamente, vanno riconosciute un po deboli).

Menzione speciale per Michelle Yeoh (La Tigre & il Dragone, Memorie di una Geisha, The Lady) nel ruolo di quella che poi scopriamo essere la Zia di Chi (e sorella della madre) e Ben Kingsley (Gandhi, Schlinder’s List, La Dodicesima Notte, Slevin – Patto Criminale) che torna a interpretare il ruolo con cui lo abbiamo conosciuto nel MCU (non svelo oltre per non spoilerare nulla)

Le Differenze col fumetto

Lo Shang Chi che conosciamo nel MCU è molto differente al suo omonimo fumettistico.

Nato nel 1973 dal duo Englehart/Starlin, sull’onda del successo dei Kung Fu Movie di Bruce Lee (a cui Shang Chi, nelle prime apparizioni, riprende le fattezze) e della serie TV Kung Fu di David Carradine, il fumetto presentò (per sfruttare i diritti del romanzo di Rohmer, comprati dalla Marvel dopo aver fallito l’acquisto dei diritti per Kung Fu) il protagonista come Maestro d’Arti Marziali e figlio segreto del criminale Fu Manchu.

(Shang Chi nei primi fumetti – Foto © Marvel – 1973)

Agli inizi degli anni 80 il personaggio, dopo 125 numeri e un discreto successo, la serie dedicata al marzialista cessa (complice anche, nel frattempo la caduta dei diritti su Fu Manchu, che non verranno rinnovati) e sparisce dai radari, compare saltuariamente in varie testata, anche a fianco degli Avengers, ma è nei primi anni 2000 che avviene il rilancio del personaggio, con la scoperta anche che Fu Manchu era in realtà lo stregone Zheng Zhu (stratagemma usato per eludere il discorso diritti e riprendere – in continuity – le origini del personaggio), entrando anche nei nuovi Avengers e diventando anche, nelle serie a fumetti, mentore e “coach” dell’Uomo Ragno in alcune saghe.

Il Messaggio finale

Il Messaggio che ho colto nel Film è quello che, pur essendo frutto del percorso che abbiamo fatto, nel passato, non siamo obbligati, nel futuro, a diventare il frutto di quel percorso, ma possiamo riscrivere il nostro destino e cercare la nostra Strada, affrontando le nostre Paure, i nostri fallimenti e i nostri errori. E’ quello che fa Shoun/Chi nel film, non limitandosi a rinnegare e fuggire dal suo passato, ma affrontandolo e sconfiggendo le sue paure e gli errori fatti in passato.

In conclusione? è stato un gradevole ritorno in sala, il film mi ha divertito, ha dei bei momenti d’azione e comici, ha introdotto un personaggio che credo possa svilupparsi meglio in questa 4° fase (e anche i DUE Easter Egg – specie il primo – da indizio di questo), se amate i film MCU, non resterete delusi a mio avviso, oltre a scoprire un personaggio nuovo e poco noto ai fan moderni, BUONA VISIONE!!

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