Nuovo appuntamento con la Rece cinematografica, oggi vi parlo del secondo Film di Mainetti, uscito nelle sale in queste settimane: Freaks Out.
La Trama
In una Italia sconvolta dalla Seconda Guerra Mondiale, nella campagna romana un gruppo di artisti circensi dello Sgangherato circo itinerante, capitanato dall’ebreo Israel (Giorgio Tirabassi – Le Serie TV Boris, Distretto di Polizia e Ultimo, Boris il Film, Figli delle Stelle), si barcamena per vivere alla giornata: ne fanno parte l’Uomo Lupo Fulvio (Claudio Santamaria – Lo chiamavano Jeeg Robot, Paz!, Romanzo Criminale, Diaz), il Nano Mario (Giancarlo Martini – l’Ispettore Sarti, Abbi Fede), l’albino Cencio (Pietro Castellitto – Venuto al Mondo, I Predatori, la serie Tv Speravo de Morì prima) e l’acrobata Matilde (Aurora Giovinazzo – Le Serie TV Caterina e le sue Figlie, Sorelle e Nero a Metà).
Nel frattempo a Roma, sotto occupazione nazifascista, nel grande e famoso Berlin Zircus, il Pianista e fanatico nazista Franz (Franz Rogowski – La Donna dello Scrittore, La Vita Nascosta e Undine – un Amore per sempre), che ha il dono delle visioni e sta cercando, con la copertura del Zircus, quattro persone “straordinarie” che, a suo dire, può ribaltare le sorti della Guerra… Secondo lungometraggio per Gabriele Mainetti, chiamato a confermare il successo di Jeeg Robot, che abbandona il genere “supereroi” per cimentarsi in una rilettura del genere in chiave “storica”
La Regia
Mainetti era chiamato a confermare il successo e la riuscita del primo Film, che molti avevano salutato come un ritorno al cinema di genere in Italia e rilanciato un certo interesse nel settore… con Freaks Out c’è riuscito in larga parte, secondo me.
A parte qualche buco di trama, il film scorre bene, ha un bel ritmo, il Cast di personaggi è ben diretto, alterna momenti anche comici a momenti molto seri e drammatici; Mainetti porta in scena degli “eroi” diversi, non dichiarati e forse, almeno inizialmente, nemmeno interessati ad esserlo, ma che si pongono poi davanti a quel “grandi poteri comportano grandi responsabilità” (e nel film abbiamo diversi momenti in cui i protagonisti, soprattutto Matilde, deve porsi di fronte a questo dilemma).
La fotografia di Michele d’Attanasio (La serie Tv Gomorra e Rocco Schiavone, Lo Chiamavano Jeeg Robot, Veloce come il Vento, Capri Revolution) è fantastica nel rendere le atmosfere di una Roma e una campagna italiana in piena guerra, in pieno contrasto con le atmosfere sognanti e scintillanti dello Zircus.
Il Cast
Cast di alto livello: bravi Tirabassi e Santamaria, veterani che hanno saputo, nel corso del film, non far pesare la loro presenza in scena, ma ponendosi da comprimari “di lusso” ai veri protagonisti del film, la Giovinazzo (molto brava e che mi auguro di vedere sempre più spesso in altri ruoli al cinema) e Rogowski (il contraltare ai “freaks”, che non riusciamo a capire se disprezzare in toto o compatire, nel corso del film, mentre scopriamo di più sul suo personaggio).
Bravi anche Castellitto e Martini, con personaggi molto particolari, ma che si ritagliano i loro spazi in scena nel film, mostrando anche dei lati inaspettati dei loro personaggi.
Menzione speciale per Max Mazzotta (L’Ultimo Capodanno, Paz!, Lavorare con Lentezza), nei panni del vulcanico capo partigiano dei Diavoli Storpi, che ho trovato molto interessante (anche per come ha trattato una certa tematica nel campo della guerra).
Il Messaggio finale
Ho trovato nel film un messaggio molto interessante e importante, che viene passato e sviluppato nel corso dello stesso, forse più di quello principale, che si può notare: Non possiamo rimanere neutrali di fronte a grandi ingiustizie.
**** ATTENZIONE SPOILER ****
Nel corso del Film, Matilde e gli altri Freaks si trovano costretti a uscire dalla loro “neutralità” e utilizzare i loro poteri per salvare Israel e gli altri ebrei rastrellati dai nazifascisti a Roma, oltre a schierarsi a fianco dei partigiani nella lotta contro di essi.
La posizione di Matilde poi è ancora più oltranzista, in quanto sa che i suoi poteri sono letali (per una confessione su una vicenda della sua vita che fa al Gobbo e alla sua banda) e non vuole usarli, ma capisce che, se vuole salvare le vite degli Ebrei rastrellati (e quella di Israel), deve usarli, come gli aveva chiesto di fare il Gobbo stesso quando vuole che si schieri al loro fianco nella Resistenza.
Anche Fulvio e gli altri, che volevano solo fare gli artisti, se all’inizio vogliono unirsi al Berlin Zircus (ma poi ne scoprono gli orrori nascosti dietro) per convenienza e fuggire dalla miseria, dopo, per salvare Matilde e Israel, utilizzano i loro poteri per combattere i nazisti.
E nel film vediamo anche alcuni momenti in cui ci mostra come tanti, fra le persone comuni, si schierarono contro l’occupazione e il nazifascismo e la persecuzione alla comunità ebraica.
**** FINE SPOILER ****
Nel film Mainetti ci mostra, principalmente, come alla fine, il vero “mostro” non sia quello che “sembra” un Mostro (come i Freaks), ma siano soggetti abbietti come i gerarchi nazisti e la loro folle e lucida campagna di annientamento della comunità ebraica (e delle minoranze etniche, religiose, o di tutti quelle persone, anche affette da disabilità fisica o psicologica), “normali” e “sani”, visti da fuori, ma Mostri dentro. Franz, pur essendo giudicato dai suoi stessi superiori (e dalla stessa famiglia) un “Freak”, si salva solo per la sua appartenenza familiare e perché usato dai nazisti per i loro folli disegni, che asseconda al massimo, nella speranza di essere considerato “sano”.
In conclusione? Un bel Film, che vi consiglio di vedervi quanto prima al cinema (o nei vostri Cineclub di fiducia, che stanno riaprendo, come in Toscana hanno fatto l’Agorà di Pontedera, il Cineclub Arsenale o Lanteri Caffè di Pisa, per citarne alcuni che frequento spesso), se avete amato Jeeg Robot, vi piacerà anche Freaks Out, Buona Visione:
Non posso far altro che concordare con tutto quello che hai detto. Una pellicola da vedere e rivedere e che adoro con tutto me stesso. Imperfetta, certamente, ma fatta con il cuore.