Ultimo appuntamento del 2021 con la Rece cinematografica, con il molto atteso terzo capitolo (finale) dello Spider-Man dell’MCU: Spider-Man No way Home.
La trama
Dopo le vicende di No Way Home, che hanno portato a svelare l’identità di Spider-Man, la vita di Peter Parker (Tom Holland – la Saga di Spider-Man e Avengers, Terre Selvagge, Le Strade del Male), della sua ragazza MJ (Zendaya – la Saga di Spider-Man, Dune, The Greatest Showman, la serie Tv Shake It Up), del Ned (Jacob Batalon – la Saga di Spider-Man e Avengers, Blood Fest) e di sua zia May (Marisa Tomei – La Saga di Spider-Man, Four Rooms, The Wrestler) sono sconvolte dalle conseguenze di questa rivelazione al pubblico.
Peter decide quindi di chiedere aiuto al Doctor Strange (Benedict Cumberbatch – La Saga di Avengers e Lo Hobbit, Star Trek – Into Darkness, la serie Tv Sherlock Holmes) per trovare una magia che faccia dimenticare al Mondo che lui è Spider-Man, ma le cose non vanno come pensava…. Terzo capitolo dedicato all’arrampicamuri più famoso dei fumetti e dell’MCU, diretto anche stavolta da John Watts.
La Regia
Watts anche stavolta svolge il suo compito, con un film che scorre abbastanza bene (come era accaduto anche per i due capitoli precedenti), alternando delle buone scene d’azione a momenti più riflessivi o comici (un paio di gag a mio giudizio anche forse un po troppo lunghe), ma sono evidenti alcuni buchi di trama, oltre che alcune spiegazioni legate all’evoluzione dei personaggi (specie nei villain) che convincono poco
Bella la fotografia di Mauro Fiore (The Island, Avatar, Real Steel, X-Men Dark Phoenix) che esalta gli scenari urbani e le scene cittadine.
Il Cast
Cast di alto livello: Holland ottimo Spider-Man che affronta le difficoltà del suo ruolo di Eroe e ragazzo; brava anche Zendaya nel ruolo di MJ, qui con maggior spazio per far conoscere il suo personaggio; spazio maggiore anche per Ned/Batalon, non più solo spalla comica di Parker e MJ.
Particolare il ruolo di Cumberbatch, con uno Strange molto diverso da quello conosciuto nel film omonimo e nella saga Avengers; Menzione speciale fra i cattivi per William Dafoe (Platoon, L’Ultima Tentazione di Cristo, il Primo Spider-Man di Raimi, The Lighthouse) nei panni di Osbourn/Goblin, probabilmente fra i migliori dei Villain riproposti, buone le prestazioni di Alfred Molina (Frida, Love Is Strange, Il secondo Spider-Man di Raimi, The Front Runner) nei panni di Octopus e di Jamie Foxx (Collateral, Ray, Il secondo Amazing Spider-Man, Fjango Unchained).
Le Differenze con il Fumetto
Il terzo capitolo prende ispirazione principalmente dal fumetto One More Day, del 2007, anche se cambiano molti dei fattori originali presenti nella storia, ma ne ha serbato (in parte) la traccia originale e la soluzione finale della saga.
Anche qui, come nel fumetto, sono le decisioni e le conseguenze della resa pubblica dell’identità di Peter, a determinare cosa accade nella sua vita e in quelle delle persone a lui care (anche se l’identità pubblica, rispetto all’MCU, nei fumetti era stata svelata in Civil War); le vicende di One More Day hanno subito una parziale Retcon nel 2010 con One Moment in Time.
Di sicuro, ha mantenuto l’operazione originale di One More Day: ossia dare un “restart” al personaggio e una chiusura alle vicende dell’arrampicamuri dell’MCU.
L’Elefante nella Stanza
Le principali accuse fatte a No Way Home sono di essere un enorme Fanservice al servizio dei fan e di aver subito continui rimaneggiamenti e aggiunte per alimentare le teorie dei fan sui social.
Davvero è così? Nì, in generale.
***ATTENZIONE SPOILER***
Il film, nonostante la lunga carrellata di comparse dalle precedenti saghe, è riuscito a non sembrare una carrellata di comparsate messe lì solo per alimentare le teorie dei fan; nonostante i buchi di trama, la presenza dei villain e degli alleati di Peter.
Sì, ci sono.
Gli Spider-Man di Tobey Maguire (la prima trilogia di Raimi) e di Andrew Garfield (la seconda saga) ci sono, hanno il suo perché e non stonano nel film (anche se ho trovato un po forzato il fargli salvare MJ a Garfield nel finale per “redimerlo” dalla morte di Gwen nel suo ciclo).
Ci sono come detto dei buchi di trama che restano irrisolti, cambi di personaggio di alcuni protagonisti (come uno Strange un po macchiettistico, o il cambio di Character di Foxx/Electro), ma alla fine il film è gradevole; non è “il nuovo Endgame” come ha sentenziato qualcuno, ma si guarda volentieri. Assolutamente insulso invece il cameo di Tom Hardy/Venom nel primo Easter Egg: praticamente si nota come sia stato inserito forzatamente nella pellicola (per colpa dell’Easter Egg del suo secondo film voluto dalla Sony per giustificare la creazione dello SSU – Sony Spider-Man Universe) e la sua apparizione è praticamente una toccata e fuga senza reale interazione con Peter Parker, anche se il “ricordino” lasciato sul bancone del Bar fa pensare che anche il MCU avrà il “suo” Venom in futuro….
***FINE SPOILER***
In conclusione? gradevole, non certo un capolavoro (come non lo erano anche i precedenti capitoli, anche), ma una bella chiusura, per ora, del ciclo di Spider-Man nell’MCU (dove sicuramente tornerà, sia in singolo che in film corali, statene certi), se lo trovate nei cinema, andate a goderlo in sala, altrimenti recuperatelo quando uscirà in BluRay o su piattaforme streaming, BUONA VISIONE!!!