Il Museo che non ti Aspetti – Il Museo di Storia Naturale della Certosa di Calci (PI)

Torno finalmente, dopo un po di tempo, a parlarvi di quei musei poco conosciuti ma assai interessanti che sono fuori dal “circuito” del Turismo di massa mordi e fuggi.

Oggi vi parlo dello splendido Museo, che fa parte del ricco sistema museale dell’Università di Pisa: Il Museo di Storia Naturale della Certosa di Calci (PI).

Tutto inizia con le Wunderkammer

Il nucleo originale dell’attuale nasce, come molti suoi contemporanei, fra la fine del 500 e gli inizi del 600, con la moda delle Wunderkammer, ossia le collezioni private di rarità animali, fossili o altri oggetti particolari (spesso attribuite a creature mitologiche) che nobili e ricchi collezionisti allestiscono nelle loro dimore personali, per passione e per esporre le proprie collezioni ad amici e affaristi durante le serate di socializzazione.

Il museo pisano nasce, nella cornice del Giardino dei Semplici, per volere del granduca Ferdinando I dei Medici, verso la fine del 500 (per la precisione nel 1595, quando le collezioni fiorentine vengono appunto trasferite a Pisa), dove il granduca inserisce per gli studiosi la sua collezione privata, ma con un criterio scientifico molto spiccato, grazie anche , fin da subito, dal primo curatore della collezione, Luca Ghini.

Una ricostruzione di Wunderkammer classica)

Verso la fine del 600 il Museo affronta una crisi, anche per le politiche fiorentine di centralizzare tutte le opere e le collezioni nella capitale, ma il passaggio del potere dai Medici ai Lorena, il Museo torna ad avere importanza accademica e recuperare prestigio e nuove acquisizioni, come quella Gualtieri.

Ma il maggiore sviluppo arriva nel 1814, quando l’Ateneo separa le cattedre di botanica e zoologia, con la seconda, che ha la gestione del Museo, affidata Giorgio Santi e successivamente con la gestione di Paolo Savi.

Arrivano le collezioni Paleontologiche di Giuseppe Meneghini e quelle dedicate ai grandi cetacei di Sebastiano Richiardi.

Da Pisa a Calci

Nel 20° secolo il Museo ha raggiunto dimensioni notevoli, che i locali di Via Santa Maria e quelli di Santa Croce in Fossablanda faticano a contenere ed archiviare; la seconda guerra mondiale colpisce anche l’Italia e nel 1944, i bombardamenti che investono Pisa colpisce anche parte dei locali del Museo, danneggiando o distruggendo parte delle collezioni.

Dopo la guerra, la ricostruzione evidenzia la necessità di trovare una nuova sede museale che permetta non solo il fine didattico universitario, ma anche quello di rendere accessibile al pubblico le collezioni: la spinta a trovare una nuova sede arriva grazie al direttore Ezio Tongiorgi (che aveva curato alcune delle campagne archeologiche di scavo nel pisano, i cui reperti sono visibili nel Museo, Ndr), che, durante il suo periodo come direttore (1977-1985) porta il Museo a lasciare Pisa e trasferirsi nelle mura storiche della Certosa di Calci, ai piedi del Monte Serra.

(Uno scorcio della Galleria dei Cetacei)

Fondato nel 1366 dall’Arcivescovo di Pisa e affidato fin dalla sua fondazione all’ordine dei Certosini, nel 1970 era diventato un fondo vuoto, dopo la morte dell’ultimo certosino presente e la fine della sua funzione: Tongiorgi, con un lungo lavoro di mediazione e proposte, ottiene in comodato perpetuo e gratuito per l’Ateneo alcune ale dell’antico monastero e, dopo un lungo lavoro di restauro, allestimento e preparazione, nel 1982, il Museo apre nella sua nuova casa, dove tuttora esiste.

Fra Balene, Unicorni e Gemme

L’attuale percorso, che si snoda nell’ala destra della Certosa, negli anni ha visto aggiungersi, alle collezioni storiche, altre acquisizioni importanti (come quella Barbero, avvenuta nel 2016, con decine di splendidi esemplari animali).

Ci caliamo alla scoperta dei tesori sotto la superficie terrestre (ma anche arrivate dallo spazio) con le collezioni minerarie nella sezione intitolata alla memoria di Antonio d’Achiardi, primo fautore del nucleo mineralogico del Museo, dove troviamo alcuni dei campioni più belli di minerali prelevati in Toscana e nel mondo, ma anche reperti astronomici come il famoso “Meteorite di Bagnone” , il più grande corpo celeste atterrato in Italia.

Affascinante e utile, per capire la lunga storia del Museo, la parte che racconta la storia e i metodi di catalogazione del Museo, con le ricostruzioni, anche, del primo nucleo originale in stile Wunderkammer al Giardino dei Semplici a Pisa; proseguendo, vediamo le immense collezioni Zoologiche, dai mammiferi ai rettili, passando per gli uccelli, con reperti storici restaurati e in condizioni eccellenti.

(La Galleria delle Biodiversità)

Fra le sale dedicate alle raccolte animali, fanno la parte del leone la Galleria dei Cetacei, con la sala, realizzata nel loggiato coperto, dove gli scheletri dei cetacei sono posti come in “processione”, permettendo di passarci intorno e attraverso, dove possiamo ammirare, fra le altre cose, l’unico esemplare completo di Balenottera Azzurra in Italia; e l’ultima sala nata in Ordine di tempo, quella delle Biodiversità, un gigantesco e immersivo diorama con i più rappresentativi animali dei cinque continenti.

Purtroppo, al momento in cui ho visitato il Museo, la sezione dedicata ai dinosauri e quella, in fase di ultimazione, dedicata all’evoluzione dell’Uomo, sono in riallestimento, un motivo per tornarci e vedere il museo completo.

Visitabile è invece l’Acquario, specializzato in fauna d’acqua dolce, il più grande in Italia del suo genere (60000 Litri), con specie legate alla fauna locale ma anche da grandi laghi e fiumi africani, asiatici e sudamericani.

Non solo Museo

Il Museo di Calci non ospita solo le collezioni fisse dell’ateneo pisano, ma nel corso dell’anno ospita varie mostre temporanee, legate alle tematiche del museo, ma non solo.

Fra quelle attualmente in corso, fino al 29 Gennaio sono in mostra i presepi storici meccanizzati realizzati, negli anni 40 del 900, da Alberto e Renzo Meucci, due artigiani calcesani, diventati famosi a livello internazionale per le loro automazioni e movimenti; dal 2013 fanno parte delle collezioni del museo, e ogni anno, per le festività natalizie, esposti al pubblico; i presepi fanno parte anche del circuito Terre dei Presepi, circuito che promuove numerosi presepi storici e particolari nella Penisola.

Sempre fino al 29 Gennaio, nelle sale vicine all’Acquario, è invece in corso la mostra “Mythos. Creature fantastiche” di Naturaliter, che ci racconta le origini, mitologiche e storiche, di alcune fra le creature più iconiche della mitologia animale della storia umana, ma di questa Mostra ve ne parlerò in articolo a parte.

Fino al 15 Gennaio invece durano le mostre fotografiche dedicate al 40° anniversario della nascita del Museo (sparse fra le sale) e quella dedicata alla storia dello Zolfo in Italia, dalla sua scoperta all’estrazione, all’interno della collezione Anchiardi.

Un Museo per tutti

Il Museo di Calci è un museo adatto a tutte le età, dai bambini agli adulti, con laboratori didattici (su richiesta) per scuole e minori, visite guidate e molte iniziative durante l’anno; è molto accessibile, grazie alle numerose rampe e montascale, che permettono accesso anche a persone con disabilità fisiche o motorie, con accessi facilitati per vetture vicino al museo stesso.

Se siete a Pisa, ritagliatevi una mezza giornata per visitare il Museo, la Certosa (che piano piano sta diventando accessibile anche nel resto della struttura al pubblico) e la Valgraziosa, una zona davvero bella a ridosso dei Monti Pisani.

(La Certosa di Calci)

Foto © Enrico Bertelli “Taigermen” – 2023

Alcuni Link utili per seguire e informarsi sul Museo:

Sito Ufficiale

Pagina FB

Profilo Instagram

Canale Youtube

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