Dopo 70 anni, sarebbe l’ora…

70 ANNI RESISTENZA

Siamo liberi da 70 anni.

Siamo liberi di esprimere la nostra opinione, liberi di votare per chi riteniamo più degno, liberi di scegliere da chi farci comandare senza per questo imbracciare fucili, spargere sangue, finire in galera o peggio.

Lo siamo da quel 25 Aprile 1945, quando con un comunicato fu proclamato lo Sciopero Generale, segnale che dette il via alle operazioni finali del CLN per attaccare i presidi nazifascisti anticipando la Liberazione delle città mentre gli Alleati davano gli ultimi colpi alle fragili difese dell’Asse.

(Partigiani sfilano a Venezia - Wikipedia)

(Partigiani sfilano a Venezia – Wikipedia)

Ancora oggi è possibile sentire dalla viva voce alla radio di Pertini le parole che dettero il via alla Liberazione: 

 

Cittadini, lavoratori!

Sciopero generale contro l’occupazione tedesca, contro la guerra fascista, per la salvezza delle nostre terre, delle nostre case, delle nostre officine.

Come a Genova e a Torino, ponete i tedeschi di fronte al dilemma: arrendersi o perire.

 

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25 Aprile, come sempre e più di sempre….

Oggi festeggiamo come sempre la Liberazione, perché è giusto farlo.

Perché se possiamo dire quello che pensiamo liberamente, lo dobbiamo a chi lottò per liberarci.

Perché se possiamo esprimere il nostro disappunto sulle azioni dello Stato e della politica, lo dobbiamo a chi perse la vita per liberarci.

Perché se abbiamo i nostri i Diritti sanciti nero su bianco da una Costituzione, lo dobbiamo a chi ha dato tutto se stesso per liberarci.

Perchè se qualcuno si pole permettere ancora dopo tutto questo tempo  persone che ritengono che OGGI non sia festa PER TUTTI gli italiani o che sia MEGLIO NON PARTECIPARE per non fare “i soliti giochini di propaganda politica” , pensate, lo dovete a chi ha combattuto dando tutto se stesso per LIBERARE PURE VOI, ma pensa…

Buon 25 Aprile pure a voi CIALTRONI che questa festa NON LA VOLETE e mai come stavolta dico BUONA NOTTE, EROI.

25-aprile

Terra e Acqua e Vento non c\’era tempo per la paura
nati sotto la stella quella più bella della pianura

Avevano una falce e mani grandi da contadini
e prima di dormire un \”padre nostro\” come da bambini

Sette figlioli sette di pane e miele a chi li do
Sette come le note una canzone gli canterò

E Pioggia e Neve e Gelo e fola e fuoco insieme al vino
e vanno via i pensieri insieme al fumo su per il camino

Avevano un granaio e il passo a tempo di chi sa ballare
di chi per la vita prende il suo amore e lo sa portare

Sette fratelli sette di pane e miele a chi li do
Non li darò alla guerra all\’uomo nero non li darò

Nuvola Lampo e Tuono non c\’è perdono per quella notteche gli squadristi vennero e via li portarono coi calci e le botte

Avevano un saluto e degli abbracci quello più forte
Avevano lo sguardo quello di chi va incontro alla sorte

Sette figlioli sette sette fratelli a chi li do
ci disse la Pianura questi miei figli mai li scorderò

Sette uomini sette sette ferite e sette solchi
ci disse la pianura i figli di Alcide non sono mai morti

In quella pianura da Valle Re ai Campi Rossi
noi ci passammo un giorno e in mezzo alla nebbia
ci scoprimmo commossi

Fotografia, Cura o Malattia ??

Alcune volte scherzosamente veniamo definiti da chi non ha la passione della fotografia “malati di foto”, ma può la fotografia essere interpretata come ossessione o malattia ?

Michele Smargiassi, autore e curatore del Blog “Fotocrazia” sul sito di Repubblica, recentemente ha pubblicato un articolo che ne sviscera l’argomento …. Io l’ho trovato interessante, ma lascio giudicare anche a voi, BUONA LETTURA !!

 

SUL LETTINO DEL FOTOANALISTA