La Prima Rece non si scorda Mai – La Forma dell’Acqua

Nuovo appuntamento con la Rece cinematografica, oggi vi parlo del Film che ha conquistato la 90° cerimonia degli Oscar, con ben 4 Premi: La Forma dell’Acqua.

(Il manifesto del Film – Foto © 20th Century Fox 2017)

LA TRAMA – In piena guerra fredda a Baltimora, vive la sua quotidianità Elisa (Sally Hawkins – La Felicità porta Fortuna, Blue Jasmine, Maudie – Una Vita a Colori), donna muta che lavora in una impresa di pulizie presso un laboratorio governativo.

I suoi unici amici sono il suo vicino di casa Giles (Richard Jenkins – l’Ospite Inatteso, La Regola del Silenzio, le serie TV Six Feet Under e Berlin Station), grafico pubblicitario emarginato per la sua omosessualità e Zelda (Octavia Spencer – Coach Carter, Sette Anime, la Serie TV The Chronicle), sua collega di colore al laboratorio.

Un giorno, al laboratorio, scortato dal burbero e glaciale colonello Strickland (Michael Shannon – Tigerland, High Crimes – Crimini di Stato, World Trade Center) arriva una misteriosa creatura, che cattura l’attenzione e la curiosità di Elisa …. Splendida fiaba moderna, con temi molto attuali, che ha conquistato 4 Oscar e consacrato Guillermo Del Toro (Il Labirinto del Fauno, la saga di Hellboy, il primo Pacific Rim) fra i nuovi cineasti della scena mondiale, portando il cinema fantastico a nuova vita e riconoscimento.

(Sally/Elisa e Zelda/Octavia – Foto © 20th Century Fox 2017)

LA REGIA – Del Toro confeziona una regia quasi pittorica, tanto sono così curati le sequenze, da sembrare quadri; una storia lineare e semplice di amore e accettazione delle diversità, in una società come la nostra dove sembrano accettate solo nell’aspetto esteriore, ma eseguita con maestria.

Tutte le storie collaterali che partono e si collidono nel finale, senza negare o dare meno spazio a nessuno dei protagonisti; splendida la fotografia di Dan Laustsen (Mimic, Il Patto dei Lupi, La Leggenda degli Uomini Straordinari, Crimson Peak), che riesce a trasmetterci con le luci e i colori le emozioni dei protagonisti.

(Sally e Giles/Jenkins – Foto © 20th Century Fox 2017)

IL CAST – Bravissima la Hawkins nel ruolo della muta Elisa, espressiva e capace di comunicarci la solarità e la voglia di vivere di una persona che la società considera “poveretta” e compatisce, invece di coglierne l’intelligenza e la profondità; perfetto Shannon nel ruolo del glaciale e sadico Strickland, perfetto stereotipo del militare ligio al dovere e profondamente misogino e razzista. Come sempre stupisce l’interpretazione di Doug Jones (Mimic, la saga di Hellboy, Il Labirinto del Fauno) nel ruolo della Creatura, al quale da una fisicità e una caratterizzazione fantastica che traspare nonostante il pesante makeup e trucco con il quale ha recitato ogni giorno.

Menzione speciale per Michael Stuhlbarg (A Serious Man, Lincoln, l’Ultima Parola – la Vera Storia di Dalton Trumbo) nel ruolo del Dottor Hoffstetler, che studia la creatura, dottore con un”segreto” che scopriamo nel corso del film, ma che capisce di non trovarsi di fronte a una semplice cavia da studiare…

(la Creatura/Jones – Foto © 20th Century Fox 2017)

PLAGIO O NON PLAGIO? A pochi giorni prima della cerimonia degli Oscar, è arrivata una accusa di plagio a Del Toro.

David Zindel, figlio del drammaturgo Paul Zindel, ha intentato una causa di plagio sostenendo che Del Toro abbia ricopiato diversi passaggi di un’opera del Padre (QUI trovate i dettagli sulla vicenda).

Personalmente sono andato a vedermi un po di filmati degli adattamenti tv di questa opera (che effettivamente parla del legame fra una donna delle pulizie e una creatura – in questo caso un delfino parlante – dentro un laboratorio governativo), ma si può parlare più di somiglianze che di vero e proprio plagio (tra l’altro in questi giorni è sortita invece la teoria che Del Toro abbia copiato Splash, per dire), quindi penso si tratti forse di una manovra di Zindel per ottenere forse qualche vantaggio economico dall’essere magari citato fra le fonti d’ispirazione del film o di provare a ottenere un facile indennizzo economico per evitare qualche causa lunga e costosa.

(Strickland/Shannon e Hoffstletler/Stuhlbarg -Foto © 20th Century Fox 2017)

IL MESSAGGIO FINALE – La Forma dell’Acqua è un film dove è evidente il messaggio di tolleranza e amore che ci manda: la Società giudica come “mostruoso” e da “evitare” stati fisici (la mutezza di Elisa, il colore della pelle di Zelda) o sentimentali (l’omosessualità di Giles) su basi assolutamente infondate di pregiudizio anche religioso (come ad esempio cita Strickland parlando con Elisa e Zelda per giustificare che Dio ha fatto l’Uomo a sua immagine e somiglianza: “più a somiglianza e colore mio, ovviamente”).

Nel 2018, nonostante enormi progressi nei diritti civili, in diverse parti del mondo, la segregazione razziale, religiosa o sessuale esiste ancora e ha addirittura dei rigurgiti (ad esempio, sarà da tenere d’occhio cosa succederà in Italia ora, con le elezioni che hanno premiato forti movimenti populisti, xenofobi e omofobi, che cercheranno senz’altro di ridurre – o togliere – quei minimi diritti civili ad esempio in ambito LBGT o sul Fine Vita che erano stati approvati negli ultimi anni, o ridurre la repressione contro l’odio razziale e l’omofobia che stava cominciando a dare i suoi frutti), quindi un messaggio di come l’Amore non conosca Razza o diversità, che vince l’Oscar e ottiene successo al botteghino, è un forte segnale che dovremmo tenere ben acceso e in vista e sostenere, mai come ora in questo momento.

In conclusione? andatevelo a vedere, godetevi questo film e pubblicizzatelo, BUONA VISIONE!!!

 

 

Ah come sempre, vi fornisco anche i punti di vista della buona Lucia, di Cassidy e del buon Michele, buona lettura!!!

1 Comments

  1. Concordo in pieno su tutto, specialmente sul finale di questo tuo ottimo post, la storia è volutamente una favola classica, che manda un messaggio oggi più attuale che mai. Ti ringrazio per la citazione, sulla questione plagio-non-plagio fioccano i paragoni, per il film di Del Toro è stato citato anche il corto “The Space Between Us” del 2015 (si trova su youtube), ma credo che trattandosi proprio di un archetipo narrativo del fiabesco tipo, tutte le opere citate (anche “Splash”) abbiano un’origine comune e condivisa. Cheers!

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