Il biennio 1992-1993 è difficile da non scordare per gli italiani.
Mentre la Prima Repubblica e i suoi partiti storici cadono a pezzi sotto le inchieste di Tangentopoli e i Maxi processi alla Camorra e alla Mafia falcidiano la criminalità organizzata, una serie di attentati dinamitardi seminano panico e terrore e provocano vittime e feriti fra uomini delle istituzioni e semplici civili che hanno la sfortuna di essere nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Il 1992 ha visto una serie di attentati e agguati a uomini della Giustizia, culminati negli attentati di Capaci e Via d’Amelio che spazzano via Falcone, Borsellino e le rispettive scorte.
Il 1993 sembra segnare la risposta dello Stato, che cattura Riina e altri boss, ma la Mafia decide di continuare la tattica stragista, ma cambiando obbiettivi.
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Il 27 Maggio si capisce quale sarà la nuova strategia mafiosa: colpire lo Stato attraverso il suo patrimonio culturale; una autobomba fa saltare in aria l’Accademia dei Georgofili e danneggia anche gli Uffizi a Firenze, provocando 5 vittime; due mesi dopo, nella notte fra il 27 e 28 Luglio, avviene l’ultimo atto di questa strategia malata per costringere lo Stato a rivedere il 41Bis per i mafiosi carcerati.
Alle 23.14 in Via Palestro a Milano, davanti ai Padiglioni del PAC e al GAM, viene fatta esplodere una autobomba, uccidendo 5 persone: 1 agente della Polizia Municipale (Alessandro Ferrari), 3 Vigili del Fuoco (Carlo La Catena, Sergio Pasotto e Stefano Picerno), intervenuti sul posto a seguito della segnalazione dello stesso Ferrari che aveva visto fumo uscire dalla vettura e un senza fissa dimora (Moussafir Driss), che dormiva nel vicino parco, oltre a ferire 12 persone e danneggiare gravemente il PAC e alcune opere presenti nell’area interessata dall’esplosione.
Poco meno di un’ora dopo, invece, esploderanno, a pochissima distanza di tempo, due autobombe a Roma, collocate davanti la Basilica di San Giovanni in Laterano e la Chiesa di San Giorgio al Velabro; fortunatamente, queste provocheranno solo 22 feriti di varia entità e danni – gravi alle chiese (soprattutto quella al Velabro). Per entrambi gli attentati saranno individuati e condannati gli esecutori materiali e parte dei mandanti, anche se alcune zone d’ombra, specie su Via Palestro, rimangono.
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