80 anni fa, si consuma l’ultima grande tragica pagina dell’occupazione nazifascista di Roma prima della sua liberazione dalle forze alleate e partigiane il 4 Giugno 1944: l’Eccidio delle Fosse Ardeatine.
Tutto parte da Via Rasella
Da dopo gli scontri dell’8 Settembre e la sua presa, Roma è di fatto sotto il totale controllo delle forze nazifasciste, con l’esercito tedesco e in particolare le SS (comandate da Herbert Kappler) che iniziano sistematiche campagne di rastrellamenti e fucilazioni contro la popolazione e le formazioni partigiane che operano nella capitale, oltre al rastrellamento della intera comunità ebraica di Roma, il cui culmine è avvenuto il 16 Ottobre 1943 con il maxi-rastrellamento che spedisce verso i Lager la quasi totalità della comunità.
Tuttavia, la resistenza romana, continua il suo lavoro di sabotaggio, anche perché gli alleati sono sbarcati a Gennaio ad Anzio e le fasi finali dello sfondamento della Linea Gustav a Cassino, che aprirà la strada agli alleati verso Roma.
E in questa situazione che matura la scelta del GAP di una azione eclatante che metta sul piano psicologico e morale in svantaggio le forze nazifasciste: ecco come nasce l’attentato di Via Rasella. L’attentato, che colpisce un reparto delle SS (nello specifico, SS-Polizeiregiment “Bozen”, nato nel Trentino-Alto Adige occupato dai nazisti nel 1943), avviene il 23 Marzo 1944 in Via Rasella (Data non scelta a caso, in quanto legata all’anniversario della nascita dei Fasci di Combattimento) ed era parte di una escalation d assalti ed azioni contro i nazifascisti iniziate in quel mese.
Il bilancio finale dell’attentato fu di 35 morti ufficiali (33 fra i soldati, 2 italiani – Antonio Chiaretti, Partigiano e Piero Zuccheretti, apprendista in un negozio; altre quattro vittime italiane – tra cui il partigiano Enrico Pascucci e il milite repubblichino Erminio Rossetto – morirono nel successivo scontro a fuoco fra membri del GAP e militari nazifascisti sopravvissuti all’attentato) e 64 feriti (53 soldati tedeschi e 11 italiani).
Negli anni successivi alla fine del conflitto, molti sono stati i dibattiti in merito alla decisione di effettuare questo attentato e le sue conseguenze, per decenni la storiografia e la politica hanno, a fasi alterne, condannato l’attentato o riconosciuto il valore dello stesso come azione militare lecita nella lotta della Resistenza all’occupazione nazifascista; ancora oggi, ci sono persino politici che tentano di gettare ombre sulla vicenda dichiarando inesattezze storiche sull’attentato e sulle sue conseguenze.
Il Rastrellamento e l’Eccidio
In meno di 24 Ore Kesserling e Von Mackensen pianificano la rappresaglia, scegliendo le vittime nella quasi totalità della lista dei Todeskandidaten (persone da eliminare) presenti nei carceri di roma, in particolare a Regina Coeli fra i prigionieri politici ed ebrei e fra i partigiani o presunti tali detenuti in Via Tasso; da questo elenco alla fine, saranno 335 i nomi (e le vittime) scelte: 154 persone a disposizione dell’Aussenkommando, sotto inchiesta di polizia; 23 in attesa di giudizio del Tribunale militare tedesco; 16 persone già condannate dallo stesso tribunale a pene varianti da 1 a 15 anni; 75 appartenenti alla comunità ebraica romana; 40 persone a disposizione della Questura romana fermate per motivi politici; 10 fermate per motivi di pubblica sicurezza; 10 arrestate nei pressi di via Rasella; una persona già assolta dal Tribunale militare tedesco; e sette persone tuttora non identificate.
Le vittime sono portate alle Cave abbandonate di Pozzolana sulla Via Ardeatina: qui, per tutto il pomeriggio e fino a sera, a gruppi di cinque, i prigionieri venivano portati fra le gallerie delle cave, identificati e fatti inginocchiare, uccisi con un colpo di pistola o fucile alla nuca.
alla fine verranno uccisi tutti e 335 (cinque in più del “dieci italiani per ogni tedesco” stabilito dal comando): partigiani, prigionieri politici, ebrei italiani e stranieri, semplici cittadini finiti per sbaglio nei rastrellamenti nazifascisti; I tedeschi il giorno dopo diffondono un comunicato sull’avvenuta rappresaglia giustificandola come “normale risposta alle azioni partigiane”.
Subito dopo la Liberazione di Roma si scopre l’eccidio e si recupera corpi e prove della strage; a fine guerra, iniziano i vari processi contro i responsabili: Pietro Caruso, questore di Roma durante l’occupazione, viene processato e fucilato nel Settembre 1944; Kesserling e Von Mackensen sono condannati a morte a Venezia nel 1947, ma la loro pena viene commutata in ergastolo e nel 1952 sono graziati anche da quella condanna; Kesserling muore nel 1960, Mackensen nel 1969, entrambi in libertà. Kappler viene condannato all’ergastolo, evade nel 1977 dal policlinico militare del Celio a Roma in circostanze mai del tutto chiarite, muore in Germania nel 1978.
Erich Priebke, ufficiale che partecipò all’eccidio, dopo la guerra riesce a fuggire da un campo di prigionia alleato a Rimini e, dopo un periodo di vita in Trentino-Alto Adige, fugge in Sud America, dove viene scoperto nel 1995 da una troupe della ABC in Argentina; verrà estradato e processato per l’eccidio, con una sentenza finale di Ergastolo per lui e il collega Karl Hass nel 1998.
Muore ai domiciliari nel 2013; Hass era morto ai domiciliari a Castel Gandolfo nel 2004.
Dal 1949 Le Fosse Ardeatine sono un Sacrario e luogo della Memoria, che consiglio di visitare, per rendere omaggio alle vittime e al contempo, tenere viva la Memoria e la storia contemporanea del nostro Paese.
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ricordiamo sempre e facciamo in modo che chi non sa o finge di non sapere si renda conto dell’orrore del nazifascismo! Buona serata è un po’ di allegria per Pasquetta
Grazie mille, spero hai passato una bella Pasqua e domani passi una bella Pasquetta, meteo permettendo
A Roma non c’è stato un sole brillante Ma la giornata è stata buona. Un abbraccio
Post più commovente che mai.
Grazie per le belle parole: sono luoghi che consiglierei di visitare almeno una volta nella vita, per capire come sia importante difendere e tutelare la democrazia in cui viviamo oggi
Grazie a te per la risposta! Colgo l’occasione per dirti che ho appena sfornato un nuovo post… spero che ti piaccia! 🙂